L’AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha comunicato che il nuovo testo sulla tutela del diritto d’autore è stato approvato all’unanimità. Inizierà ora la fase di “consultazione pubblica”, che avrà dura di 60 giorni, durante la quale verrà verificata l’efficacia del pacchetto di iniziative concernenti l’esercizio delle competenze in materia di tutela del diritto d’autore. Nel comunicato dell’Autorità, si riassumono le misure che verranno poste in essere per favorire la fruizione legale dei contenuti digitali e, contestualmente, la chiusura di quei siti che diffondono materiale protetto da copyright senza autorizzazione alcuna o che comunque ne facilitano il download. L’AGCOM spiega che i provvedimenti a tutela del diritto d’autore si ispirano alle “best practices” internazionali e cita il “Notice and take down” statunitense. In quest’impianto, è il gestore del sito ad essere oggetto delle contestazioni e non i singoli utenti.
Per i siti che ospitano, in maniera non autorizzata, contenuti protetti dalle leggi a tutela del diritto d’autore, l’AGCOM illustra differenti “ricette” a seconda che i rispettivi server siano situati in Italia oppure all’estero. Per gli italiani, AGCOM avvierà un breve contraddittorio tra le parti in causa ed eventualmente ordinerà la rimozione dei contenuti. Nel caso dei siti stranieri, verranno stilate delle “black list” successivamente consegnate ai vari ISP (Internet Service Provider) i quali saranno tenuti ad applicare i ben noti blocchi a livello DNS o dei singoli IP.
Corrado Calabrò, Presidente di AGCOM, ha commentato: “siamo riusciti a raggiungere, con votazione unanime del Consiglio dell’Autorità, un risultato importante. Le soluzioni che abbiamo previsto e che ora verranno discusse con tutti i soggetti interessati, rappresentano una sintesi efficace tra le contrapposte esigenze di tutelare la libertà della rete e la titolarità dei contenuti, garantendo altresì il diritto dei cittadini alla privacy e l’accesso alla cultura e ad internet; tutti principi fondamentali dell’ordinamento giuridico comunitario. Non si prevede alcuna forma di controllo sugli utenti o di censura del web, come qualcuno temeva, ma, ispirandoci soprattutto all’esperienza USA, l’Italia si colloca tra gli esempi più moderni e avanzati, facendo proprio l’approccio che considera il mercato unico digitale come la “quinta libertà” il cui sviluppo va considerato prioritario“.
“Tutto semplice? Per niente“, è stato uno dei primi commenti. Vittorio Zambardino osserva come le “liste nere” introdotte nel provvedimento dell’AGCOM molto probabilmente non risolveranno il problema “perché ci sono siti che possono ospitare un download illegale ed essere invece, per il resto, legalissimi. Un caso tipico: una piattaforma come YouTube, come Facebook, come perfino un blog multiautore“. Le eccezioni sollevate da Zambardino sono molte: il giornalista si chiede, ad esempio, in che modo un soggetto straniero che dovesse ravvisare l’inserimento dei suoi siti nella “black list” potrà appellarsi alla decisione. E poi, chi compilerà le “liste nere”?