AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha pubblicato un’indagine conoscitiva dal titolo “Il diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica“. Si tratta di un compendio che riassume la posizione dell’Autorità presieduta da Corrado Calabrò e che contiene interessanti spunti di riflessione. L’idea non è quella di proporre una vera e propria regolamentazione sul tema quanto, piuttosto, aprire il dibattito su un argomento, quello relativo alla tutela del diritto d’autore, che necessita l’attenta valutazione di ogni singolo aspetto.
Aspetto non trascurabile è il fatto che il documento dell’AGCOM sia stato presentato all’indomani dell’avvio dell’iter parlamentare che porterà all’approvazione del discusso “Decreto Romani”.
Nelle sessantacinque pagine del testo, AGCOM presenta un quadro riassuntivo sull’attuale panorama legislativo citando gli interessi in gioco, le norme costituzionali ed il rilievo centrale che deve avere la libertà di espressione.
“Dall’evoluzione tecnologica e dalle nuove forme di fruizione dei contenuti digitali nasce l’esigenza di ricostruire, analizzandolo, il quadro del diritto d’autore in Italia, al fine di garantire, da una parte, un’efficace applicazione dello stesso (diritto alla libertà di espressione e all’equa remunerazione degli autori), e dall’altra, una adeguata tutela dei diritti dei cittadini (accesso alla cultura e ad Internet, privacy, libertà di espressione)“, si legge. “Ciò è reso ancora più urgente dalla recente approvazione del nuovo pacchetto di direttive comunitarie sulle comunicazioni elettroniche, in base alle quali il diritto di accesso ad Internet assurge a principio fondamentale dell’ordinamento comunitario (e quindi del nostro ordinamento), al quale è necessario conformarsi anche nell’attività di vigilanza“.
La parte di approfondimento dell’indagine conoscitiva, fotografa l’impatto – in termini economici – che ha la pirateria audiovisiva nel nostro Paese passando poi ad analizzare le normative internazionali a tutela del diritto d’autore. Vengono citate esplicitamente le normative francesi, inglesi e spagnole oltre ad essere fatta menzione del dibattito in corso negli Stati Uniti.
Lo stesso Calabrò aveva suggerito che la strada da seguire dovrebbe essere l’avvio di colloqui internazionali, con l’obiettivo di definire delle linee guida condivise.
AGCOM osserva anche che dando impulso alla diffusione della banda larga e sviluppando il mercato legale dei contenuti digitali, si può andare verso una drastica riduzione della pirateria di materiale audiovisivo attraverso i canali “peer-to-peer”. L’Autorità, citando uno studio sul traffico mondiale, spiega che il fenomeno P2P appare in diminuzione (dal 40% al 19% dell’intero traffico dal 2007 al 2009) mentre, di contro, cresce il numero di abbonamenti a banda larga.
La messa in atto di misure tali da prevenire lo scambio illegale di contenuti protetti dalle disposizioni a tutela del diritto d’autore si è, secondo AGCOM, rilevata sempre inefficace. Fatta eccezione per le realtà aziendali, all’interno delle quali gli amministratori possono impostare particolari politiche atte ad impedire l’uso di software di file sharing o l’impiego di determinate porte e protocolli, non appare possibile applicare simili approcci, su vasta scala, agli utenti residenziali. Simili meccanismi, secondo AGCOM, “risultano poco adattabili all’utilizzo nel mercato residenziale a larga banda, perché in contrasto con la normativa a tutela della privacy, il diritto di accesso ad Internet e il principio di neutralità della rete, oltre ad essere tecnicamente aggirabili dai singoli utenti“.
Eventuali obblighi nei confronti dei fornitori di accesso alla rete Internet (ISP) quali il monitoraggio del traffico potrebbero, sempre secondo AGCOM, essere fissati ma ci si dovrebbe limitare esclusivamente alla composizione di statistiche basate su dati aggregati e raccolti in forma anonima. “Presupposto perché le misure proposte siano attuate con efficacia è che l’Autorità esprima la propria competenza primaria in materia avvalendosi dell’essenziale cooperazione di tutti gli attori della filiera (SIAE, titolari dei diritti, fornitori di accesso ad Internet, Associazioni dei consumatori, ecc..), per cercare di comporre nel modo più appropriato i vari interessi in gioco, anche in un’ottica preventiva rispetto ad interventi di natura regolamentare“.