L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha deciso di irrogare a WindTre una sanzione di 580.000 euro. La “pietra dello scandalo” è la “rimodulazione” effettuata tempo fa da 3 Italia che rese improvvisamente a pagamento l’accesso 4G/LTE modificando anche le condizioni economiche di quei contratti che avrebbero dovuto poter usare gratuitamente questo tipo di connettività.
AGCOM osserva che 3 Italia “ha fornito ai propri clienti una informativa incompleta con particolare riferimento alla decorrenza della variazione del prezzo richiesto per fruire della navigazione ad alta velocità e ai termini e modalità per esercitare il diritto di recesso“.
Il comportamento dell’azienda protagonista di una successiva joint venture con Wind “ha condizionato il diritto di scelta degli utenti e, in relazione ai clienti che non hanno ricevuto alcuna informativa, non ha adottato misure di tutela efficaci al fine di evitare addebiti inconsapevoli. La violazione, la quale ha determinato un rilevante vantaggio economico per la Società, può ritenersi, pertanto, di entità molto consistente, sotto il profilo del danno cagionato a un rilevante numero di utenti, e di durata prolungata“.
L’antitrust italiana aggiunge che 3 Italia non si è mai attivata per “eliminare o attenuare gli effetti pregiudizievoli della condotta censurata“. Anzi, a metà aprile scorso ha dato il via a una nuova operazione di rimodulazione “non assolvendo, neanche in questo caso, agli obblighi vigenti in materia di trasparenza e completezza delle informazioni e diritto di recesso“.
WindTre viene infine diffidata dal porre in essere qualunque attività in violazione delle disposizioni richiamate nel provvedimento.