L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), sotto la guida del presidente Angelo Marcello Cardani, ha da poco approvato il nuovo schema di regolamento a tutela del diritto d’autore in Rete. Secondo quanto dichiarato dall’autorità, durante la stesura del documento si è voluto porre l’accento sul contrasto della pirateria digitale effettuata per evidenti fini di lucro, “escludendo dal (…) perimetro d’intervento gli utenti finali (downloaders) e il cosiddetto peer-to-peer“.
In Italia, quindi non vi sarà alcuna norma d’ispirazione francese. Niente “legge dei tre schiaffi”, come è stata soprannominata Oltralpe: chi usufruire dei contenuti distribuiti online non sarà chiamato in causa. Giro di vite, invece, nei confronti di coloro che mettono a disposizione contenuti soggetti a copyright senza detenere diritti od autorizzazioni.
In questi casi, colui che vanta i diritti su una determinata opera, potrà inviare una richiesta di rimozione all’amministratore del sito web che li ha pubblicati in modo illegittimo. Successivamente, lo stesso soggetto avrà facoltà di rivolgersi all’AGCOM nel caso in cui il primo tentativo di transazione bonaria non dovesse andare in porto.
Accanto alla “lotta dura” contro chi distribuisce contenuti tutelati dal diritto d’autore, il provvedimento AGCOM ha come obiettivo quello di promuovere la nascita di servizi per l’acquisizione lecita dei contenuti. “L’intervento dell’Agcom si fonda comunque sul convincimento che la lotta all’illegalità non possa limitarsi all’opera di contrasto, ma debba essere accompagnata da una serie di azioni positive di importanza cruciale: la promozione dell’offerta legale, l’informazione e l’educazione dei consumatori, essenziali per creare una “cultura della legalità” nella fruizione dei contenuti. In quest’ottica, e come evidenziano esperienze recenti in campo internazionale, l’Autorità ritiene che il fenomeno della pirateria possa ridursi anche grazie a strumenti che favoriscano l’accesso legale alle opere digitali“, si legge in un comunicato diramato dall’autorità italiana.
L’analisi dell’avvocato Fulvio Sarzana, uno dei massimi esperti italiani di tematiche legate ai diritti fondamentali e rete Internet, è invece molto critica. Secondo il legale, l’AGCOM avrà piena discrezionalità nel decidere se, come e quando avviare un procedimento di inibizione e rimozione dei contenuti. “L’articolo 11 addirittura prevede un processo abbreviato che obbliga i provider in un giorno (e Sarzana sottolinea proprio quest’aspetto) “a disabilitare selettivamente i contenuti o ad inibire l’accesso al sito agli utenti italiani“.
Sarzana fa presente che il provider diventa direttamente sanzionabile (con multe fino a 250.000 euro) nel caso in cui ignori una disposizione emanata dall’AGCOM (con la conseguente segnalazione all’Autorità giudiziaria). I provider dovranno anche “ai sensi dell’art 8, comma 2 del regolamento, dare all’autorità i nomi dei titolari dei siti Internet, in spregio a qualsiasi norma relativa alla tutela dei dati personali ed ai principi espressi dal caso Peppermint“, conclude il legale.