L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deciso: la pratica commerciale utilizzata da “Easy Download” è stata ritenuta scorretta ed alla società inglese (“Eurocontent Ltd“) responsabile della gestione del servizio, comminata una sanzione complessiva pari a 960.000 Euro.
La decisione dell’AGCM (nella foto, il Presidente Antonio Catricalà) è arrivata dopo le centinaia di segnalazioni che si sono susseguite a partire dallo scorso mese di aprile ed alle ripetute richieste d’intervento pervenute da Altroconsumo, Adiconsum, Aduc, Codacons, Unione Nazionale Consumatori e Federconsumatori.
Eurocontent Ltd ha applicato una serie di pratiche SEO (Search Engine Optimization) attraverso le quali era riuscita a guadagnare i primi posti per le ricerche, sui motori di ricerca, relative ad alcuni famosi software. Digitando il nome di tali programmi accanto ai termini “gratis” o “gratuito”, veniva proposto un link al sito “Easy Download” o ad alcuni domini correlati. La società, con sede operativa in Germania, aveva posto in essere una massiccia campagna pubblicitaria con Google Adsense riuscendo così a proporre i propri “link sponsorizzati” all’apertura di molte SERP del motore di ricerca di Mountain View.
Nel dispositivo di 33 pagine, consultabile cliccando qui, l’AGCM ha rilevato come Eurocontent Ltd sfruttasse “articolati meccanismi mediante i quali ha indotto i consumatori a ritenere, contrariamente al vero, che i prodotti software presenti nel proprio sito Internet e generalmente disponibili gratuitamente in rete (quali Open Office, Opera, Adobe Acrobat Reader, VLC Media Player, ecc.) potessero essere scaricati senza alcun onere economico“.
Cliccando sul link proposto nelle pagine del motore di ricerca, come spiega AGCM, “il consumatore veniva indirizzato non alla home page del sito, ma direttamente alla pagina dedicata alla registrazione. Una volta inseriti i propri dati, il consumatore sottoscriveva sostanzialmente a sua insaputa, un contratto biennale con la società tedesca Eurocontent Ltd per la fornitura di software al costo annuale di 96 Euro da pagare anticipatamente una volta l’anno“.
L’Autorità spiega che, a differenza della home page, dove le condizioni contrattuali venivano chiaramente esplicitate, la pagina di registrazione al servizio riportava i termini con un’evidenza grafica non sufficiente a una loro immediata percezione. Il consumatore era insomma indotto a ritenere che si trattasse di un servizio gratuito. Decorso il tempo per il recesso senza dare al consumatore alcuna conferma del perfezionamento del contratto stesso, la società iniziava a sollecitare i pagamenti.
“La pratica commerciale in esame, con particolare riferimento alle condizioni economiche dell’offerta, risulta idonea a ingenerare nel consumatore il falso convincimento che aderendo all’offerta sia possibile scaricare gratuitamente programmi software per personal computer“, ha stabilito l’AGCM.