In alcuni casi, abbandonare ciò che si è fatto in passato, può provocare qualche problema nel presente. È quello che sta succedendo ora, con Adobe e Microsoft che hanno reso quasi impossibile la lettura di alcuni vecchi documenti digitali dopo aver messo fine al supporto dei font PostScript.
Gli appassionati di tecnologia sicuramente ricorderanno il linguaggio di programmazione PostScript di Adobe, nato negli anni ’80. Per i suoi caratteri veniva utilizzata la grafica vettoriale, una soluzione efficace per assicurare sempre la massima qualità durante il trasferimento di informazioni da un dispositivo all’altro. A contribuire in modo decisivo all’affermazione del nuovo standard per la distribuzione dei documenti in formato elettronico ci pensò Steve Jobs, che chiese ad Adobe di un creare un controller PostScript per la stampante Apple LaserWriter.
I caratteri PostScript più importanti erano quelli definiti “Type 1”, utilizzati da tantissimi utenti – forse inconsapevolmente – dagli anni ’80 fino all’inizio degli anni 2000 circa. Altre aziende del settore non volevano che Adobe avesse il monopolio sui caratteri basati sulla grafica vettoriale, quindi si mossero di conseguenza. Apple, ad esempio, creò il formato TrueType nei primi anni ’90 e lo concesse su licenza anche a Microsoft, che lo utilizzò in Windows 3.1 e altre versioni del sistema operativo.
Microsoft successivamente ha collaborato anche con la stessa Adobe per creare il font OpenType, in grado di sostituire tanto il TrueType quanto il PostScript Type 1. Non a caso, a metà degli anni 2000 è diventato lo standard di riferimento, utilizzato nella maggior parte dei sistemi operativi e software in circolazione.
Nel 2023 c’è un nuovo capitolo da raccontare. Adobe ha cessato il supporto dei font PostScript Type 1 a gennaio 2023, e lo stesso è successo qualche giorno fa con la suite Microsoft Office per Mac. Con l’ultimo aggiornamento, infatti, non sono più supportati i font Type 1 per le versioni Microsoft 365 di Word, Excel, PowerPoint, OneNote e Outlook. E per chiunque si trovi in difficoltà, non c’è nemmeno la possibilità di affidarsi a LibreOffice, che ha “abbandonato” i caratteri Type 1 con un aggiornamento distribuito a metà dello scorso anno.
Qual è la conseguenza di questa “novità”? Molto semplicemente, d’ora in poi risulterà molto complicato leggere un documento digitale con font Type 1, tra caratteri mancanti e problemi di layout dovuti ai tentavi delle app di risolvere il tutto utilizzando i caratteri OpenType. A proposito, qui c’è una guida dettagliata su come identificare ed integrare i font di carattere.
Tuttavia, secondo Adobe, la situazione non è poi così drammatica, perché da anni ormai “la maggior parte dei browser e dei sistemi operativi mobili non supportano i font Type 1“. Inoltre, sempre Adobe assicura che i file PDF e EPS che includono caratteri Type 1 continueranno ad essere visualizzati correttamente (anche se il testo non potrà essere modificato).