Come segnalato dal sito 9to5Google, l’applicazione Google Pay ha definitivamente cessato di esistere.
La chiusura non è di certo un fulmine a ciel sereno, visto che l’intenzione di Google era già chiara da febbraio, quando si è annunciato lo smantellamento del sistema di pagamento. Con un passaggio graduale, gran parte dell’infrastruttura di Google Pay è stata inglobata dalla nuova app adibita ai pagamenti dell’azienda di Mountain View, ovvero Google Wallet.
L’app ha rappresentato un primo passo fondamentale per i pagamenti NFC, con il declino iniziato con il lancio di Apple Pay, nato nel 2014 e dimostratosi per molti versi più efficace rispetto alla controparte.
A pesare sulla fine ingloriosa di Google Pay sono state diverse decisioni discutibili dell’azienda, con la coesistenza su Play Store di due app separate e chiamate con lo stesso nome per un certo periodo. Ciò, abbinato ad alcuni problemi tecnici, non hanno fatto altro che allontanare l’utenza che aveva a disposizione alternative molto valide.
Stop a Google Pay: tra decisioni sbagliate dell’azienda e concorrenza
Contemporaneamente con il declino di Google Pay, a luglio 2022 la compagnia ha lanciato Google Wallet. Secondo quanto affermato dall’azienda stessa, l’app di pagamento più datata è rimasta destinata solo a due paesi, ovvero Stati Uniti e Singapore. Ciò fino alla definitiva chiusura, arrivata infine proprio in questi giorni.
Nonostante il nome di Google sia abbinato giustamente ad enormi successi, in realtà l’azienda ha collezionato anche una serie considerevoli di clamorosi flop.
Google VPN, per esempio, chiuderà i battenti entro la fine di quest’anno. La motivazione di questa decisione è la più scontata: troppi pochi utenti usufruiscono di questo servizio.
D’altro canto, prima o poi, un po’ tutti i big della tecnologia devono fare i conti con qualche progetto che non va come preventivato e, persino un gigante del settore come Microsoft, ha più volte dovuto fare i conti con degli errori abbastanza clamorosi.