Addio a Chrome Cleanup Tool, l'antimalware nascosto nel browser

Presenza poco visibile ma allo stesso tempo, a volte, scomoda quella di un componente come Chrome Cleanup Tool che adesso Google decide di abbandonare dopo 8 anni di lavoro.

Era il 2015 quando Google decise di inserire un antimalware all’interno del suo browser Chrome. Chrome Cleanup Tool, questo il nome della funzionalità di protezione, non permetteva soltanto di riconoscere ed eliminare eventuali estensioni malevoli o componenti potenzialmente indesiderati dal browser (i cosiddetti PuP ovvero Potentially Unwanted Program) ma anche effettuava anche una scansione completa del sistema Windows alla ricerca di eventuali malware.

Usiamo l’imperfetto perché Google ha comunicato ufficialmente che a partire da Chrome 111, versione del browser appena rilasciata, Chrome Cleanup Tool va in pensione.

Quello pubblicato dall’azienda di Mountain View è un vero e proprio messaggio di commiato: ad oggi Chrome Cleanup Tool avrebbe eseguito oltre 80 milioni di operazioni di pulizia sui dispositivi Windows degli utenti contribuendo a una navigazione sul Web e all’utilizzo del PC più sicuri.

Il motore di scansione malware alla base di Chrome Cleanup Tool era stato realizzato da ESET che ancora oggi descrive il funzionamento di questo componente di Chrome.

In un altro articolo spiegavamo cos’è Chrome Cleanup Tool.

Perché Google ha deciso di eliminare Chrome Cleanup Tool

Per accedere rapidamente a Chrome Cleanup Tool era sufficiente digitare chrome://settings/cleanup nella barra degli indirizzi del browser. Da qui era possibile avviare una scansione del browser e dell’intero sistema su richiesta.

Nel 2015 la situazione era molto diversa: componenti indesiderati, estensioni dannose o quanto meno con un comportamento paragonabile a quello degli spyware, meccanismi di hijacking del browser erano molto più diffusi rispetto ad oggi. Le minacce informatiche non sono state certamente spazzate via. Anzi, negli ultimi anni gli attacchi si sono fatti sempre più frequenti, subdoli e, purtroppo, efficaci. Sono però le tattiche usate dagli aggressori ad essere cambiate in maniera rilevante.

Google osserva che le segnalazioni di componenti indesiderati (la società guidata da Sundar Pichai li chiama UwS ovvero Unwanted Software) da parte degli utenti di Chrome sono drasticamente diminuite nel corso degli anni raggiungendo una media di circa il 3% dei reclami totali nell’ultimo anno. In generale, Chrome Cleanup Tool ha messo in evidenza che sui PC degli utenti di Chrome a febbraio 2023 soltanto lo 0,06% delle scansioni eseguite ha rilevato PuP noti.

C’è da dire anche che Microsoft Defender, antimalware integrato in Windows, ha compiuto importante passi avanti in tal senso. Ottimizzare Microsoft Defender consente di migliorare le sue abilità in fase di scansione ma già da tempo, per esempio, l’antimalware riconosce automaticamente i software potenzialmente indesiderati (PuP), abilità che in passato doveva essere attivata in modo manuale.

Google spiega che i cambiamenti in Chrome da un approccio alla sicurezza reattivo a uno più proattivo, hanno contribuito a far diventare Cleanup Tool uno strumento superfluo.
Vengono ad esempio citati Google Safe Browsing, la maggiore attenzione nel rilevare e rimuovere tempestivamente eventuali estensioni nocive dal Chrome Web Store e la navigazione sicura attivabile dalla sezione Privacy e sicurezza del browser (chrome://settings/security).

Da parte nostra, aspetto che Google non affronta, aggiungiamo che Chrome Cleanup Tool tendeva in alcuni casi a rallentare le prestazioni del sistema Windows in modo significativo quando era in corso una scansione.
Abbiamo registrato più volte le lamentele degli utenti che vedevano il processo Software Reporter Tool (software_reporter_tool.exe) occupare il processore in modo davvero troppo impegnativo. Noi stessi abbiamo rilevato il problema su tante workstation spiegando come procedere alla disattivazione del processo, in caso di problemi.

La rimozione di Chrome Cleanup Tool decisa a partire dalla release 111 del browser Google, tuttavia, non può e non deve sostituire l’utilizzo di un antimalware. Già una corretta configurazione di Defender può essere più che sufficiente in molti casi contribuendo alla riduzione della superficie d’attacco.

Anche se ci mancherà Chrome Cleanup Tool, vogliamo cogliere l’occasione per riconoscere il suo ruolo nella lotta contro i software indesiderati nel corso degli ultimi 8 anni“, conclude Google.

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