L’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, azienda che insieme con Cassa Depositi e Prestiti detiene la proprietà di Open Fiber, ha dichiarato che il dialogo con TIM è in corso ma la prima parola spetterebbe all’amministratore delegato dell’ex monopolista Luigi Gubitosi.
Secondo Starace TIM dovrebbe comunicare le sue intenzioni per il futuro chiarendo se fosse intenzionata a separare la rete o meno. Nulla vieta, nel frattempo, di concludere accordi commerciali sui quali Open Fiber ha assolutamente le mani libere.
Proprio nei giorni scorsi Elisabetta Ripa, amministratore delegato di Open Fiber, aveva ricordato come allo stato attuale gli altri operatori di telecomunicazioni nazionali (i più noti ma anche nomi più legati a specifici ambiti territoriali) abbiano tutti concluso accordi per rivendere i servizi a banda ultralarga su rete FTTH: a mancare all’appello è proprio TIM (Open Fiber propone lo switch off: obbligo di sostituire le vecchie tecnologie di connessione con la fibra FTTH).
Riguardo all’ipotesi di una rete unica con TIM-Open Fiber, la Ripa aveva dichiarato che “l’importante è avere ben chiaro l’obiettivo che sta a cuore a tutti, cioè non duplicare gli investimenti. Ma se e’ vero questo, l’unico operatore che sta realizzando investimenti è Open Fiber, quindi il rischio duplicazione è un rischio prospettico“.
Il CEO di Open Fiber aveva aggiunto: “in questo momento non ci troviamo a competere con nessuno. In particolare nelle aree C e D (cosiddette aree bianche o “a fallimento di mercato”, n.d.r.) il modello è già di rete unica. Siamo solo noi a realizzarlo“.
Open Fiber ha insomma ribadito la disponibilità e l’interesse a realizzare coinvestimenti e collaborazioni con tutti gli investitori, TIM compresa.
“Gli azionisti è bene che lascino fare alle società“, ha chiosato Starace auspicando un veloce chiarimento della posizione di TIM.
Il Governo per il momento sta alla finestra perché se è vero che l’orientamento è quello di spingere sulla rete unica, è pur vero che le decisioni devono essere assunte autonomamente dalle società in questione che sono private e quotate in borsa.