Dopo il pollice verso del presidente della Commissione Europa, Jean-Claude Juncker, è stata formulata – in tempi rapidissimi – una nuova proposta per regolamentare il cosiddetto roaming zero.
Se prima il roaming a costo zero, su tutto il territorio europeo, era di fatto “a tempo” (gli utenti avrebbero dovuto riutilizzare la SIM nel Paese di provenienza entro 30 giorni), questa volta la Commissione Europea rimuove tutte le limitazioni ma introduce il principio del fair use.
Gli italiani che, ad esempio, useranno la SIM di un operatore mobile “nostrano” in uno dei Paesi dell’Unione, potranno chiamare, inviare e ricevere SMS, collegarsi alla rete Internet agli stessi prezzi e condizioni praticati in Italia. E senza limitazioni temporali, almeno virtualmente.
Gli operatori avranno però facoltà di monitorare le modalità con cui una SIM viene usata: se dovesse essere rilevato un impiego anomalo (SIM adoperate solo all’estero, schede attivate fuori dai confini nazionali che vengono poi usate in Italia e così via).
In questi casi, gli operatori di telecomunicazioni dovranno notificare all’utente l’uso anomalo della SIM e informarlo circa i sovrapprezzi che saranno applicati.
La “penalità” massima non potrà superare i 4 centesimi di euro al minuto per le chiamate, 1 centesimo per gli SMS e 0,0085 euro a megabyte inviato o ricevuto.
La fine del roaming in Europa ha già una data: 15 giugno 2017. Adesso c’è solo da verificare il nuovo impianto normativo appena proposto.