La Commissione Europea ha ufficializzato la data della fine del roaming telefonico in tutto il territorio dell’Unione: a partire dal 15 giugno 2017 ogni cittadino potrà spostarsi sul suolo europeo, effettuare e ricevere chiamate, inviare e ricevere SMS, collegarsi a Internet alle stesse condizioni fissate dall’operatore nazionale (il provider di telefonia scelto nella nazione di provenienza).
In realtà manca ancora il voto da parte del Parlamento Europeo che però, a questo punto, è una semplice formalità dal momento che l’iniziativa è stata approvata da tutte le parti in causa.
L’abolizione del roaming mira a ridurre la frammentazione del mercato stimolando la concorrenza su tutto il territorio europeo e facilitando la creazione di nuovi posti di lavoro.
La Commissione ha poi confermato che è stato trovato un accordo con gli operatori per l’applicazione delle cosiddette tariffe all’ingrosso ovvero i prezzi che le aziende di telefonia si applicheranno a vicenda ogni volta che i rispettivi clienti accederanno a un altro stato dell’Unione.
Si parla di 3,2 centesimi di euro per ogni minuto di chiamata, 1 centesimo per SMS e 7,7 euro a gigabyte per le connessioni di rete (prezzo che scenderà a cadenza annuale fino al 2022 quando un gigabyte di traffico potrà essere addebitato al massimo 2,5 euro).
I prezzi all’ingrosso sembrano comunque piuttosto elevati e si ipotizza che qualche operatore possa trarne vantaggio a discapito altrui.
Le regole che i cittadini dovranno seguire sono quelle del fair use, approvate a dicembre 2016. Il controllo degli operatori di telefonia mobile si concentrerà soprattutto sull’utilizzo della connessione dati: se, in un periodo di 4 mesi, un utente userà – ad esempio – la sua SIM italiana più all’estero che nel nostro Paese, sarà invitato a chiarire la sua posizione. Viceversa, l’operatore della nazione di provenienza avrà titolo per applicare addebiti accessori.