Non è un momento particolarmente positivo per Adobe, l’azienda nota per i suoi software per l’elaborazione di foto, video e anche documenti. Dopo la pioggia di critiche per una modifica ai termini e alle condizioni di utilizzo che, a detta dell’azienda, è stata scritta male e di conseguenza mal interpretata dagli utenti, ora arriva il pesante attacco del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
L’accusa del DOJ è molto chiara e non lascia spazio a dubbi: l’azienda di San Jose viene accusata di aver nascosto tariffe elevate e di aver intenzionalmente reso complicata la procedura per la cancellazione di un abbonamento. Il dipartimento sostiene che Adobe “ha danneggiato i consumatori iscrivendoli al suo piano di abbonamento predefinito e più redditizio senza rivelare chiaramente i termini più importanti dello stesso“.
Nel documento si legge inoltre che la società nasconde i termini del suo piano a pagamento annuale nelle “scritte in piccolo e dietro caselle di testo e collegamenti ipertestuali opzionali“. Così facendo, viene meno la trasparenza e gli utenti non vengono informati in modo chiaro della penale in caso di risoluzione anticipata “che può ammontare anche a centinaia di dollari“.
Come Adobe ha intrappolato gli utenti secondo il Dipartimento di Giustizia
La strategia “furba” di Adobe viene descritta nel documento del DOJ: quando un utente tenta di annullare il suo abbonamento, viene sottoposto ad un processo “oneroso e complicato” che prevede la navigazione attraverso più pagine web e pop-up. Tra un passaggio e l’altro, viene tesa un’imboscata con la minaccia di una penale anticipata che scoraggia gli utenti a completare la cancellazione. Ostacoli del genere si presenterebbero in qualsiasi caso, anche tramite la chat con l’assistenza. Tutte queste pratiche, spiega il dipartimento, vietano le leggi federali volte a proteggere i consumatori.
Il governo federale ha dato il via alle indagini sulle criticate pratiche di cancellazione di Adobe alla fine del 2023, e oggi è arrivata la comunicazione ufficiale della causa. L’azienda di San Jose non ha ancora rilasciato un commento a riguardo.