Dopo i problemi recentemente venuti a galla in Zoom, la popolare soluzione per organizzare videoconferenze e meeting online (Zoom, cos’è e come funziona l’app per videoconferenze e smart working) è corsa ai ripari annunciando tra l’altro il blocco relativo all’aggiunta di nuove funzionalità per 90 giorni con il preciso obiettivo di ottimizzare l’approccio usato sulla piattaforma per la gestione della sicurezza e della privacy.
Con il rilascio del nuovo Zoom 5.0 è in corso di introduzione una nuova icona che offre accesso rapido a una vasta schiera di funzionalità: utilizzandola è possibile bloccare rapidamente all’accesso alla sala riunioni, rimuovere partecipanti, porre limitazioni sugli utenti che possono condividere lo schermo e partecipare alle chat.
Zoom 5.0 provvede inoltre ad attivare in modo predefinito l’utilizzo delle password a protezione di ciascuna videoconferenza e gli utenti business avranno anche la possibilità di regolare la complessità delle password.
La stanza d’attesa, utile per l’organizzatore del meeting online al fine di decidere chi può effettivamente partecipare e chi no, viene adesso attivata e usata per default, anche con gli account gratuiti (Basic).
Molte delle novità introdotte dagli sviluppatori di Zoom sono un’evidente risposta al fenomeno dello “Zoom bombing” del quale abbiamo parlato nei giorni scorsi: Zoom bombing: cos’è e come funziona l’attacco.
Soggetti sconosciuti partecipavano alle riunioni altrui causando problemi, provocando confusione, condividendo contenuti sconvenienti o addirittura scioccanti e ripubblicando online la registrazione video delle sessioni.
Le precedenti impostazioni predefinite di Zoom non incoraggiavano l’impostazione di una password per le riunioni e consentivano a tutti i partecipanti di condividere il proprio schermo.
L’azienda sviluppatrice, con sede in California, ha fatto presente che è altresì in corso una revisione dei meccanismi crittografici (Zoom, le videochiamate non sono cifrate end-to-end) usati nell’ambito della piattaforma e che i tecnici stanno introducendo il supporto dello standard AES-256 GCM.
D’ora in avanti, inoltre, i clienti aziendali di Zoom potranno anche controllare quali data center gestiranno il traffico delle loro riunioni online. In questo modo l’azienda conta di venire incontro a coloro che avevano protestato per il presunto instradamento delle loro videoconferenze attraverso server fisicamente posizionati in Cina.
Nel mese di dicembre 2019 Zoom contava un massimo di 10 milioni di utenti giornalieri. Tale dato è salito vertiginosamente in breve tempo fino a 200 milioni nel mese di marzo 2020 e a 300 milioni al 21 aprile 2020.
Ci sono ancora diversi problemi da risolvere e molteplici temi sul tavolo ma a distanza di 20 giorni dalle dichiarazioni del CEO di Zoom, Eric S. Yuan, che aveva promesso cambiamenti “a stretto giro”, i passi in avanti cominciano a vedersi.