Windows 11 funziona anche con TPM disattivato, Intel Core di sesta e settima generazione, Ryzen 1000

Oggi Windows 11 funziona anche sui sistemi sprovvisti di chip TPM 2.0 e di processori compatibili.

Per la prima volta dopo diversi anni Microsoft ha deciso di rendere più severi i requisiti per l’installazione di Windows 11.
Come indicato nella pagina di supporto per installare e usare Windows 11 è necessario un sistema basato almeno su processore Intel Core di ottava generazione o comunque gli Intel Xeon, Pentium, Celeron e Atom riportati in questa lista.
In alternativa si possono usare processori AMD Ryzen 2000 o successivi oppure i modelli Threadripper PRO, Threadripper, EPYC e Athlon pubblicati in questo elenco.
In ogni caso tutti i processori devono essere a 64 bit in quanto Microsoft non rilascerà immagini di Windows 11 che non siano destinate ai sistemi x86-64.

Per installare Windows 11, oltre ad almeno 4 GB di memoria RAM e a un hard disk o SSD con 64 GB di spazio disponibile, sono richiesti per la prima volta il chip TPM 2.0 (su scheda madre o attivato su processore a livello di firmware), BIOS UEFI, l’abilitazione della funzionalità Secure Boot e l’utilizzo dello schema GPT per le partizioni.
È inoltre indispensabile che la scheda video utilizzi un driver WDDM 2.0 e sia compatibile con le librerie DirectX 12.

In un altro articolo abbiamo visto come preparare il PC per l’installazione di Windows 11 e in altre occasioni ci siamo concentrati sul fatto che al momento le versioni di anteprima di Windows 11 possono essere comunque installate anche sui sistemi che non rispettano tutti i requisiti, TPM 2.0 e Secure Boot compresi.
Microsoft ha comunque assicurato che quando verrà rilasciata la versione finale di Windows 11 a ottobre prossimo tutti i sistemi dovranno rispettare i requisiti indicati.

Staremo a vedere. Nel frattempo abbiamo però voluto provare a installare Windows in una chiavetta USB sufficientemente capiente e veloce (nel nostro caso abbiamo usato un supporto USB Gen 2).
Allo scopo abbiamo utilizzato Windows To Go, una funzionalità che Microsoft ha abbandonato con il rilascio di Windows 10 Aggiornamento di maggio 2020 versione 2004 ma che continua ad essere compatibile non soltanto con le versioni più recenti di Windows 10 ma anche con Windows 11.

Dopo aver installato Windows 11 in una chiavetta USB a partire dall’immagine ISO abbiamo avviato il sistema operativo su una macchina che soddisfa tutti i requisiti (verificati con l’utilità gratuita WhyNotWin11).

Innanzi tutto una piacevole sorpresa: la chiavetta USB con Windows 11 correttamente installato è risultata immediatamente funzionante e subito riutilizzabile su qualunque sistema collegato alla nostra rete locale.
Scollegandola dal PC sul quale Windows 11 era stato avviato per la prima volta, al boot sono comparsi per qualche secondo i messaggi Preparazione dei dispositivi e Fase preliminare. Questo perché Windows 11 va alla ricerca dei driver per utilizzare i componenti hardware presenti sui PC dotati di configurazione completamente diversa.

Già un’unità con Windows 10 installato può essere spostata su un PC con una configurazione hardware diversa senza che compaiano problemi in fase di boot e schermate blu.

Ma l’aspetto positivo è anche un altro: dopo aver spostato la chiavetta USB con Windows 11 su una macchina sprovvista di processore compatibile, il sistema operativo si è regolarmente avviato.
Come si vede nell’immagine, infatti, il processore Intel Core i5-7500 di settima generazione non è nella lista delle CPU compatibili pubblicata da Microsoft. Eppure Windows 11 funziona senza problemi, anche da chiavetta USB.

Addirittura Windows 11 si avvia perfettamente anche su sistemi sprovvisti di TPM 2.0 o con chip disattivato. Come si vede nell’immagine la chiavetta USB contenente Windows 11 e generata grazie a Windows To Go viene utilizzata su una macchina senza TPM 2.0.

Ovviamente quanto sperimentato non esclude che con il rilascio della versione finale di Windows 11 qualcosa possa cambiare.

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