Con ogni aggiornamento di Windows possiamo notare come alcuni elementi dell’interfaccia del sistema operativo stiano cambiando. I menu e gli angoli delle finestre stanno mutando, il tema scuro di Windows viene via a via migliorato e ovunque l’implementazione del Fluent Design trova sempre maggiore spazio. L’aspetto di Windows, specialmente quello delle applicazioni, sta tuttavia per cambiare radicalmente con WinUI 3.0 più vicino alla versione finale.
Per Microsoft WinUI 3.0 è la “modern native UI platform of Windows“: essa detterà le regole di stile che l’azienda di Redmond vuole applicare a tuttotondo a livello di sistema operativo. Si tratta di una libreria C++ che permette agli sviluppatori di implementare tutti i controlli e gli stili Fluent nella nuova generazione di applicazioni. Scelte in termini di interfaccia che saranno applicate sia alle app UWP scaricabili dal Microsoft Store che ai più programmi Win32.
Microsoft si è accorta del grave errore commesso nel porre in secondo piano le tradizionali applicazioni Windows, sempre molto usate ancor oggi, per scommettere sulle app UWP scaricabili dal Microsoft Store. Ne abbiamo parlato anche in occasione dell’evento Build 2020: Project Reunion, Microsoft prova a unire applicazioni UWP e Win32.
Se tutto va bene, la nuova WinUI 3.0 arriverà a tutti gli utenti con Windows 10 21H2, il secondo aggiornamento di quest’anno. Sarà uno dei più grandi aggiornamenti visti finora e cambierà radicalmente l’estetica del sistema operativo e di tutte le applicazioni. Come lo farà? Seguendo le regole definite da questa nuova WinUI 3.0.
Gli sviluppatori saranno ora in grado di creare applicazioni desktop utilizzando componenti visivi che prima funzionavano solo con le app UWP.
Nel giro di qualche mese, quindi, i tradizionali programmi Win32 potrebbero cominciare a presentare un’interfaccia molto più in linea con quella delle applicazioni prelevabili dal Microsoft Store.
Si tratta però, almeno allo stato attuale, di modifiche prettamente estetiche. Le applicazioni UWP, com’è noto, vengono eseguite all’interno di una sandbox e hanno accesso limitato al file system mentre i programmi Win32 possono usare i permessi dell’account utente in uso o anche quelli amministrativi.
Le app UWP, inoltre, vengono “sospese” quando vengono ridotte a icona mentre i programmi tradizionali possono continuare a lavorare, anche in background, fintanto che non vengono chiusi.
I programmi Win32 possono usare le Windows API che sono supportate sin dalle prime versioni del sistema operativo Microsoft e che permettono di gestire ogni singola usando il meccanismo dei windows handle (HWND). UWP non supporta nulla di tutto ciò.
Una delle più evidenti limitazioni di WinUI 3 è che, almeno allo stato attuale, gli sviluppatori di programmi Win32 potranno usare la libreria e quindi beneficiare delle migliorie visuali delle app UWP in una singola finestra per ciascun processo o in una specifica ApplicationView: lo dice espressamente Microsoft qui.
WinUI 3 rappresenta tuttavia una nuova pietra miliare per Microsoft e per l’intera platea degli sviluppatori di Windows. Le nuove librerie sanciscono innanzi tutto il rinnovato interesse di Microsoft per i programmi Win32 e poi avviano un’operazione di “disaccoppiamento” delle API relative all’interfaccia grafica usate da UWP.
Con WinUI 3 i programmatori potranno usare direttamente, inoltre, funzionalità accessorie come la validazione degli input permettendo lo sviluppo di applicazioni più sicure, soprattutto in ambito aziendale.
L’intero ecosistema Windows 10 dovrebbe diventare più coerente discostandosi dall’attuale mix di stili di progettazione tra cui WPF (Windows Presentation Foundation, basato sull’utilizzo delle librerie DirectX), il vecchio GDI+ Windows 7, UWP in varie forme e applicazioni che sfruttano librerie multipiattaforma.
Bene quindi che Microsoft abbia scelto di proseguire con una visione unica, cercando di unire quelle strade che fino ad oggi hanno scelto tragitti davvero troppo diversi.
Allo stesso tempo, abbiamo assistito a tanti – troppi – cambi di direzione da parte dell’azienda di Redmond: ci auguriamo che sia la volta buona anche per gli sviluppatori che, finalmente, potrebbero cominciare a trarre beneficio da una piattaforma – Windows 10 – installata ormai su oltre 1 miliardo di dispositivi.