La presa di posizione, di nuovo estremamente critica, è ancora una volta di Pavel Durov, ideatore e fondatore di Telegram.
Senza usare mezzi termini, Durov ha definito la piattaforma di messaggistica di proprietà di Facebook-Meta uno “strumento di sorveglianza“. Classe 1984, l’imprenditore russo ha stigmatizzato le vulnerabilità di WhatsApp che portavano all’esecuzione di codice dannoso, adesso risolte, e ha invitato gli utenti a utilizzare qualunque app per la messaggistica istantanea tranne WhatsApp.
Durov è andato molto oltre dichiarando in un messaggio Telegram che “ogni anno veniamo a conoscenza di alcuni problemi in WhatsApp che mettono a rischio tutto ciò che riguarda i dispositivi degli utenti. Il che significa che è quasi certo che esiste già una nuova falla di sicurezza. Tali problemi non sono affatto casuali: sono impiantati sotto forma di backdoor. Se una backdoor viene scoperta e deve essere rimossa, ne viene aggiunta un’altra“.
L’accusa, insomma, è grave: secondo Durov ci sarebbe addirittura un disegno ben preciso che porterebbe all’inserimento di vulnerabilità sfruttabili da remoto.
WhatsApp non è sicuro: ha affermato a più riprese Durov. Perché il codice sorgente dell’applicazione non è condiviso pubblicamente ed anzi gli sviluppatori usano offuscare parti del codice per rendere più complesse le analisi.
“Potete utilizzare qualsiasi app di messaggistica che vi piace, ma state lontani da WhatsApp: è uno strumento di sorveglianza da ormai 13 anni“, ha chiosato il numero uno di Telegram.
Oste, il vino è buono? Mark Zuckerberg descrive WhatsApp come più sicuro di Apple iMessage
Nel frattempo, a pochi giorni dalle nuove dichiarazioni al vetriolo di Pavel Durov, arriva il post di Mark Zuckerberg, numero uno di Meta, che scrive: “WhatsApp è molto più privato e sicuro di iMessage, con crittografia end-to-end che funziona sia su iPhone che Android, comprese le chat di gruppo. Con WhatsApp è possibile fare in modo che tutte le nuove chat scompaiano automaticamente, con un semplice tocco. L’anno scorso abbiamo introdotto anche i backup crittografati end-to-end. Tutto ciò che iMessage ancora non ha“.
Durov ha fatto presente che l’utilizzo della crittografia end-to-end da parte di WhatsApp (che tra l’altro sfrutta l’implementazione di Moxie Marlinspike, inventore di Signal) sarebbe “fumo negli occhi”. Tra l’altro il contenuto dei backup WhatsApp fino ad ottobre 2021 erano memorizzati su piattaforma come Google Drive ed Apple iCloud in forma non cifrata: i gestori di questi servizi di storage cloud avevano quindi la possibilità di scandagliare i contenuti degli utenti.
Dopo l’annuncio dei backup WhatsApp crittografati su Drive e iCloud è stata anche avviata una verifica formale nei confronti dell’azienda di Mountain View.
Celebrando WhatsApp, Zuckerberg si inserisce nella diatriba tra Apple e Google relativa alla gestione dei messaggi da parte dell’app iMessage.
Apple iMessage usa una “bolla” o fumetto di colore blu per evidenziare i contatti possessori di un dispositivo iOS e differenziarli dai possessori di telefoni Android (bolla verde).
iMessage passa all’utilizzo di SMS non sicuri quando vengono scambiati messaggi con gli utenti Android. Così, se con una “caduta di stile” che rappresenta un vero e proprio autogol per Apple, Tim Cook ha suggerito di comprarsi un iPhone per sopperire al problema della qualità video scarsa per i contenuti inviati da iOS ad Android e viceversa, Zuckerberg fa installare grandi pannelli pubblicitari per mettere in luce i vantaggi di WhatsApp sul piano della privacy.