“Windows Genuine Advantage” (WGA), tecnologia che consente di verificare il codice prodotto in uso sul sistema “smascherando” copie non regolari del sistema operativo, era stata introdotta in Windows XP nel 2006 ed è stata ereditata dai sistemi operativi più recenti. WGA è stata inoltre distribuita come aggiornamento ad “alta priorità” ed installata quindi sulla maggior parte dei sistemi.
Quasi quattro anni fa è stata intentata un’azione legale, nei confronti di Microsoft, proprio in merito al funzionamento della tecnologia WGA: al colosso di Redmond veniva contestato il fatto di aver veicolato il meccanismo di controllo della legittimità delle copie di Windows sotto forma di update critico e di non aver informato gli utenti circa le informazioni raccolte dallo strumento ed inviate ai server remoti dell’azienda.
Il giudice distrettuale di Washington ha ora posto la parola fine al caso: le parti dovranno farsi interamente carico delle spese legali rispettivamente affrontate. La sentenza ha sostanzialmente dato ragione a Microsoft non riconoscendo in WGA alcuna caratteristica assimilabile al comportamento di uno “spyware”. Il giudice ha spiegato che la raccolta di indirizzi IP effettuata da WGA non può configurare una violazione dell’accordo di licenza (EULA) dal momento che un IP non può essere usato per identificare immediatamente una persona fisica.
Già nel mese di gennaio fu rigettata la richiesta di elevare l’azione legale a “class action”.