Si chiama nested virtualization o virtualizzazione nidificata quella possibilità che permette di avviare una macchina virtuale all’interno di un’altra virtual machine. Si tratta di una modalità molto utile in azienda e apprezzata nell’ambito dello sviluppo software, anche in ottica DevOps.
È ad esempio possibile eseguire un emulatore o un ambiente di test all’interno di una virtual machine caricata, grazie allo stesso hypervisor, da una macchina virtuale. In un altro articolo abbiamo visto le principali differenze tra macchine virtuali e container.
Microsoft spiega che Windows già permette di eseguire la virtualizzazione nidificata con Hyper-V, hypervisor presente anche in Windows 10 e 11.
La novità è che uno degli ingegneri Microsoft specializzati su Linux, Jinank Jain, ha sviluppato il codice che permette di portare la nested virtualization anche sul “pinguino”.
Le patch elaborate da Microsoft e destinate al kernel Linux permettono di eseguire più macchine virtuali nidificate, esattamente come è possibile fare in ambiente Windows. Gli interventi a basso livello apportati sul kernel Linux permettono anche di ottimizzare le prestazioni delle macchine virtuali e, nel caso in cui fossero prese in carico in tempi brevi, potrebbero essere integrate nella release 6.2 del kernel.