C’è un nuovo capitolo nella battaglia tra Microsoft ed Apple circa l’utilizzo del termine “App Store“. La vicenda è ormai nota: Apple sta cercando di registrare il marchio “App Store” in modo da accentrare a sé tutti i diritti per l’impiego dello stesso. La domanda per l’iscrizione nel registro dell’ufficio brevetti USA (USPTO, U.S. Patent and Trademark Office) sarebbe stata presentata già nel 2008, a distanza di poco tempo dal lancio del negozio online di iTunes (iTunes App Store).
A metà gennaio, Microsoft aveva inoltrato all’USPTO una mozione per opporsi alla registrazione del marchio da parte di Apple. Più di recente, Apple aveva deciso di rispondere per le rime al colosso di Redmond respingendo al mittente ogni “accusa”: “il marchio Windows è generico tanto quanto il termine App Store“, è il succo delle osservazioni della Mela (ved. il nostro articolo).
Microsoft ha deciso di gettare ulteriore benzina sul fuoco. Secondo fonti d’Oltreoceano, la società avrebbe contestato l’utilizzo di fonti di carattere troppo minute, da parte di Apple, nella sua “memoria”. Inoltre, la risposta di Apple si articolerebbe su 31 pagine, superando il limite massimo che sarebbe fissato in 25 pagine.
Il fatto che l’azienda guidata da Steve Ballmer si sia posta di traverso, in modo deciso, alla registrazione del termine “App Store” da parte di Apple, mostra quanto il tema sia sempre più caldo: tutti i principali “player” che operano sul campo “mobile” si sono attrezzati o hanno già lanciato i rispettivi negozi online dai quali gli utenti possono acquistare o scaricare gratuitamente applicazioni per i propri dispositivi. Non solo. Un approccio simile sarà probabilmente utilizzato anche da Microsoft in ambito desktop, forse – secondo le indiscrezioni – con l’arrivo di Windows 8.