Usare un TV come monitor per il PC: si può davvero fare?

Ci chiediamo se nel 2025 usare un televisore come monitor da collegare al computer via HDMI sia una buona idea o sia qualcosa da evitare.

Il mercato offre televisori di grandi dimensioni in grado di supportare nativamente risoluzioni 4K o addirittura 8K. I moderni TV offrono più porte per il collegamento di cavi HDMI e in molti casi costano meno di un monitor di fascia alta. Oggi più che mai sono in tanti a chiedersi se sia possibile o meno usare TV come monitor per il PC. Si può fare? Quali sono le eventuali controindicazioni?

Ovviamente è possibile collegare un televisore a un PC e usarlo come monitor: se si possiede un TV 4K è bene utilizzare una scheda grafica con almeno una porta HDMI 2.0 (HDMI 2.0a o successiva per i display HDR10). In questo modo è possibile trasferire al televisore flussi 4K a 60 Hz con una profondità del colore pari a 24 bit. I televisori più recenti supportano HDMI 2.1 che permette di gestire 4K a 120 Hz e 8K a 60 Hz, a condizione che anche il computer supporti a sua volta le specifiche HDMI 2.1.

A parte poche eccezioni, ad oggi non si trovano sul mercato TV dotati di porte DisplayPort, largamente abbracciate dal mondo informatico ma non da quello “multimediale”.

Si può davvero usare un TV come monitor?

Posto che è possibile collegare un TV al PC e usarlo come monitor, ha senso farlo?

Uno dei principali problemi dei TV usati in questo modo è stato storicamente il cosiddetto input lag: alcuni televisori che effettuano elaborazioni accessorie sul segnale video, possono aggiungere 50-100 ms di ritardo. Quando si guardano contenuti video questo lag non è importante ma rappresenta un grave inconveniente se si lavora con le normali applicazioni da PC.

I TV più moderni prevedono la possibilità di attivare su richiesta una speciale modalità gaming o low latency mode che disattiva tutte le elaborazioni addizionali attenuando significativamente il problema dell’input lag. Il supporto della modalità gaming indica che il televisore permette di ridurre significativamente il tempo di risposta.

Tempo di risposta e frequenza di refresh

Il valore del tempo di risposta, indicato in millisecondi (ms), esprime la velocità con cui TV e monitor possono cambiare le fattezze di ciascun pixel e fargli assumere un colore piuttosto che un altro.

I TV dei vari produttori puntano sulla ricchezza cromatica, su contrasti più generosi e sulla resa dell’immagine quando lo schermo è guardato da diverse angolazioni: sono tutti aspetti che contribuiscono a dilatare il tempo di risposta.

Così, mentre un monitor gaming con frequenza di refresh pari a 144 Hz può avere un tempo di risposta di 6-7 ms, nel caso dei TV impostabili in modalità gaming si hanno 8-9 ms a 120 Hz. È comunque un valore assolutamente interessante perché i TV tradizionali a 60 Hz possono far registrare un tempo di risposta doppio.

A questo proposito diciamo che una frequenza di refresh pari a 60 Hz va benissimo per le attività generali mentre si dovrebbero preferire TV a 120 Hz per il gaming (tenendo presente che ad oggi non si va oltre questa soglia sui televisori mentre è possibile salire con i monitor gaming di fascia alta…).

Spazio colore e sottocampionamento della crominanza

Molti TV continuano a usare lo spazio colore YCbCr non prevedendo la gestione del segnale RGB. Se fosse supportato soltanto il sottocampionamento della crominanza 4:2:2 o 4:2:0 (quest’ultima è la situazione peggiore), può verificarsi una perdita di qualità dell’immagine allorquando si utilizzasse il TV come monitor.

Anche in questo caso, quando ci si limita a riprodurre video il problema non è poi così marcato; tuttavia quando il TV è chiamato a visualizzare interfacce strutturate come quelle di un sistema operativo, allora si potrebbe rilevare una sfocatura marcata, in particolare sui contorni dei caratteri. Il TV dovrebbe quindi supportare il ​​sottocampionamento 4:4:4 (nessuna compressione cromatica).

Disattivazione della funzione overscan

Prima di pensare di utilizzare un TV come monitor, bisognerebbe inoltre assicurarsi che il TV permetta la disattivazione, ad esempio tramite una voce di menu, della funzione overscan.

L’overscan è una caratteristica che affonda le sue radici nel passato e che taglia i bordi dell’immagine per assicurare un posizionamento perfettamente centrato.

Usando il TV come monitor con overscan abilitato, ci si potrebbe ritrovare con una parte del desktop inspiegabilmente tagliata (ad esempio i menu o la barra delle applicazioni): in questi casi è essenziale procedere con la disattivazione della funzione, ove materialmente possibile.

Un bel vantaggio dei televisori di ultima generazione è che quasi tutti dispongono di speaker integrati: risultano decisamente migliori rispetto agli altoparlanti dei monitor per PC.

La diagonale del TV da usare come monitor

Altri elementi da considerare sono le modalità con le quali si prevede di usare il televisore come monitor. Per l’uso da scrivania (lo schermo del TV è molto vicino agli occhi), un televisore 4K da 32 a 45 pollici è probabilmente proporzionato, a patto di usarlo con tale risoluzione. Scendendo infatti a 1080p, infatti, i pixel possono essere facilmente riconoscibili a causa delle loro dimensioni.

D’altra parte i TV nascono per essere guardati a una distanza congrua, ad esempio seduti sul divano. Nel calcolare la distanza TV divano abbiamo visto che la distanza suggerita è calcolabile, solo nel caso dei televisori 4K, moltiplicando per 1,5 volte la dimensione verticale del pannello. A titolo esemplificativo, per un TV 4K da 43 pollici, Sony consiglia di porsi a una distanza di 80 centimetri per una visione ottimale. Non male se si considera che per un 43 pollici 1080p, la distanza di visione dovrebbe essere di almeno 1,7 metri.

I vantaggi dell’utilizzo di un TV 8K come monitor

E poi arrivarono sul mercato i TV 8K… Attualmente, i TV 8K si trovano con una diagonale che parte da almeno 55 pollici. Essa equivale più o meno alla stessa larghezza di due monitor da 27″-32″, entrambe configurazioni comuni per programmatori e professionisti. È anche la stessa larghezza fisica degli schermi ultrawide, ma con una risoluzione superiore di 7680 px in larghezza invece dei 5120 px, limite comune per i modelli di monitor ultrawide.

Molti programmatori usano una configurazione multi-monitor, spesso affiancando più monitor 4K. Le cornici e gli spazi tra i monitor sono tuttavia piuttosto fastidiosi: con un singolo display 8K non c’è questo problema.

Nel campo della fotografia digitale, è importante sottolineare come una moderna TV 8K supporti spesso la gamma di colori D65-P3, rendendola adatta per l’editing di foto e video. Potrebbe non arrivare ben calibrata come i monitor professionali, ma si può ottenere lo stesso risultato con qualunque calibratore per display.

La maggior parte, se non tutte, le TV 8K supportano la risoluzione 4K a 120 Hz, hanno un input lag decente nell’ordine dei 10 ms e possono supportare FreeSync.

Dal punto di vista della connettività, le TV 8K di oggi possono essere pilotate a 8K 60 Hz senza sottocampionamento cromatico utilizzando HDMI 2.1, disponibile su tutte le schede grafiche attuali (serie Nvidia RTX 4000 e serie AMD 7000) e di generazione precedente (serie Nvidia RTX 3000, serie AMD 6000). I computer più vecchi con GPU dotata di connettore DisplayPort 1.4 possono utilizzare appositi adattatori per gestire il segnale video 8K a 60 Hz.

Qualche pecca nella resa delle immagini

A causa delle variazioni di fabbricazione, potrebbe esserci una certa non uniformità nei display ad alta risoluzione. Si tratta di un “effetto schermo sporco” che di solito non disturba durante il normale lavoro con il PC ma può costituire un problema in ambito fotografico e durante la fruizione di contenuti multimediali. Una calibrazione appropriata può attenuare il problema, ma è un aspetto da considerare prima di usare un TV come monitor per il computer.

Alcune TV 8K presentano inoltre una sorta di “effetto scacchiera” visibile a livello di singolo pixel: è il caso dei Samsung QN700B e QN800A. Abilitando il Variable Refresh Rate (VRR), tuttavia, il problema scompare del tutto. Si tratta della modalità gaming della quale abbiamo fatto menzione in precedenza.

Driver NVIDIA e AMD con le TV 8K

Sebbene NVIDIA abbia supportato la risoluzione 8K a 60 Hz su Windows fin dall’uscita della serie RTX 3000, su Linux ci sono voluti circa due anni prima che il supporto funzionasse bene in egual maniera. Indipendentemente dal sistema operativo utilizzato, quindi, è fondamentale assicurarsi di usare driver NVIDIA aggiornati.

I driver AMD per Windows offrono un eccellente supporto per i TV 8K a 60 Hz. Purtroppo, però, la stessa cosa non può dirsi per Linux. Sul pinguino, infatti, le GPU AMD sono ancora prive di supporto HDMI 2.1. Non è quindi possibile usare un TV 8K a 60 Hz, a meno di non attrezzarsi con un adattatore DisplayPort-HDMI.

Questi problemi sul versante Linux sono dovuti al fatto che HDMI Forum ha proibito ad AMD di implementare HDMI 2.1 nei propri driver Linux open source.

Alcuni esempi di TV 8K disponibili sul mercato

  • LG Nanocell 97
  • LG Nanocell 99
  • Samsung Q800T
  • Samsung Q900 (da 55″ a 82″)
  • Samsung Q900TS
  • Samsung Q950TS
  • Samsung QN700B
  • Samsung QN800A/B/C/D
  • Samsung QN900A/B/C/D
  • Sony Z8H
  • Sony Z9G
  • TCL Class serie 6 8K

Conclusioni

In generale un televisore dovrebbe fare il televisore e un monitor dovrebbe fare il monitor. Rispetto ad alcuni anni fa, tuttavia, le cose sono cambiate e usare un TV come monitor non è più un’eresia, a patto di verificare con attenzione le specifiche e di riflettere bene sulle modalità di utilizzo.

Credit immagine in apertura: LG

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