La Commissione Europea sta lavorando su alcune delle clausole contenute nella direttiva RED (Radio Equipment Directive) approvata nel 2014 e che a breve potrebbe diventare più stringente in seguito all’approvazione di nuovi regolamenti.
Lo scoglio principale è l’articolo 3 i) che prevede quanto segue: “le apparecchiature radio sono fabbricate in modo da” supportare alcune caratteristiche che “impediscano di introdurre un software nell’apparecchiatura radio se non è stata dimostrata la conformità della combinazione dell’apparecchiatura radio e del software“.
Una prescrizione del genere può escludere la possibilità per gli utenti di sostituire il firmware ufficiale dei router, degli apparati per il networking e di qualunque altro dispositivo dotato di modulo per le comunicazioni radio.
Impossibile quindi installare OpenWrt, DD-WRT e altri firmware personalizzati oltre che modificare i software preinstallati su qualunque altro dispositivo, smartphone e tablet compresi.
Free Software Foundation Europe (FSFE) ha duramente criticato la posizione del legislatore europeo. Attraverso le parole del program manager Max Mehl si fa presente che la Commissione non ha riconosciuto la portata del problema perché stando alle attuali prescrizioni l’hardware wireless potrebbe essere in futuro commercializzato con un pacchetto software proprietario e immutabile fornito dal produttore. La libertà di usare e riparare i dispositivi dotati di modulo radio ne risulterebbe fortemente limitata.
Anche perché un dispositivo, stando all’impianto normativo, dovrebbe in qualche modo scoprire da solo se il software si comporta in modo conforme e questo, ovviamente, non è possibile.
Il commissario europeo Thierry Breton ha invece voluto difendere il controverso articolo spiegando che le autorità nazionali hanno registrato un aumento dei casi di non conformità dei sistemi radio riconducibili all’installazione di nuovi software dopo che i sistemi radio sono stati immessi sul mercato.
Prendiamo un esempio concreto: un firmware come OpenWrt consente di estendere le possibilità dei router supportati ponendo nelle mani degli utenti strumenti spesso assenti nel software originale fornito dal produttore.
Tra le varie impostazioni ci sono ad esempio quelle che permettono di variare la potenza trasmissiva del segnale wireless (anche oltre i livelli ammessi in Europa) e di modificare il comportamento del router nel gestire i canali DFS (Dynamic Frequency Selection) sulla banda dei 5 GHz condivisi con le apparecchiature radar.
Tutto ciò è vero ma la responsabilità di adeguarsi alle normative è del singolo individuo, non di uno strumento software o hardware.
D’altra parte, allora, un utente potrebbe mentire agendo sulle impostazioni regionali del router indicando di trovarsi in un’area in cui le normative sono più permissive. Tutto ciò utilizzando il firmware originale del produttore e senza applicare alcuna modifica sul software installato nel dispositivo dotato di modulo radio. Eppure la responsabilità in questo caso è proprio dell’utente e non certo del produttore.
La spada di Damocle sui firmware personalizzati e in generale sulle modifiche software però a questo punto esiste davvero tanto che una discussione sul tema è stata avviata anche sul forum di OpenWrt.
Tante le critiche costruttive che sono state mosse da cittadini e organizzazioni sul sito della Commissione.