Come tutti gli utenti di Ubuntu Linux ricordano, le versioni LTS (Long Term Support) sono quelle che risultano supportate più a lungo ovvero per ben 5 anni dal momento del rilascio.
L’ultima versione LTS di Ubuntu era la 20.04 che Canonical ha rilasciato esattamente due anni fa, ad aprile 2020. Le versioni LTS possono inoltre beneficiare del supporto ESM (Extended Security Maintenance) col quale viene assicurata la disponibilità degli aggiornamenti di sicurezza per ulteriori 5 anni. Di fatto, quindi, una release LTS di Ubuntu viene abbandonata a 10 anni dalla pubblicazione.
Indipendentemente dall’uso che se ne farà, ad esempio su un server locale o sul cloud, nel caso di Ubuntu ci si dovrebbe sempre orientare su una release LTS in modo da assicurarsi pieno supporto esteso nel tempo.
L’aspetto più importante di Ubuntu 22.04, conosciuta con il nome in codice di Jammy Jellyfish, è quindi proprio che abbiamo a che fare con una nuova versione LTS che sarà supportata fino ad aprile 2032.
Le novità di Ubuntu 22.04 LTS
Come sempre le release LTS di Ubuntu sono prevalentemente orientate alla stabilità e all’efficienza piuttosto che vocate all’aggiunta di nuove funzioni: per queste ultime ci sono appunto le release intermedie.
Ubuntu 22.04, innanzi tutto, risulta basato sul kernel Linux 5.15 (esso stesso è un kernel progettato per essere oggetto di supporto a lungo termine) oltre che sul desktop environment GNOME 42.
L’utente ha poi a disposizione tutti i software più apprezzati in ambito Linux già aggiornati all’ultima versione, compresi linguaggi di programmazione, framework e ambienti di sviluppo.
Il browser Firefox, installato in modo predefinito in Ubuntu 22.04, arriva sotto forma di pacchetto Snap: ciò significa che gli aggiornamenti non vengono distribuiti da Canonical ma ad occuparsene è Mozilla stessa.
Installando le applicazioni in modalità grafica attraverso il Software Center di Ubuntu si ha sempre la possibilità di scegliere tra il pacchetto Snap, quindi la versione del programma più recente e aggiornata possibile gestita direttamente dallo sviluppatore, oppure attingere al contenuto dei repository di Canonical.
Gli spazi di lavoro o desktop virtuali sono adesso gestibili in orizzontale anziché verticalmente come avveniva prima e come hanno scelto di fare anche gli autori dell’ottima distribuzione Pop OS, sistema operativo che si può installare su tutti i PC ma che diventa interessante per quelle macchine dove non si può installare Windows 11 oppure fa fatica a funzionare anche Windows 10.
L’altra importante novità è che Wayland è diventato un server grafico che tutti possono installare e abilitare in Ubuntu al posto di x11 (X Window System), anche all’interno di una macchina virtuale.
È stato inoltre migliorato lo strumento di cattura schermo che consente di acquisire sotto forma di immagine l’intero schermo, il contenuto di una singola finestra oppure tracciare un’area.
In Ubuntu 22.04 il protocollo di Desktop remoto Microsoft (RDP) è diventata l’opzione predefinita per la connessione da un sistema remoto. In altre parole, al posto di VNC, è possibile utilizzare un client Desktop remoto per gestire la macchina Linux. Un cambiamento mica da poco.
I “legami” con Windows non si fermano qui: il nuovo Ubuntu 22.04, quando scaricato attraverso il Microsoft Store quindi avviato con WSL2 (Windows Subsystem for Linux 2), mostra la procedura d’installazione in forma grafica (cosa che prima non avveniva) e permette di impostare l’account utente root. Inoltre, Canonical ha migliorato significativamente l’integrazione con i servizi di Active Directory.
Ubuntu 22.04, infine, è la prima versione LTS della distribuzione Canonical che supporta l’intera gamma di dispositivi Raspberry Pi.
Per effettuare il download di Ubuntu 22.04 nelle varie edizioni basta fare riferimento al sito ufficiale. Le immagini ISO scaricate possono essere utilizzate anche per avviare Ubuntu con la propria soluzione per la virtualizzazione preferita.