È iniziato l’esodo degli utenti da WhatsApp. Dopo l’acquisizione di Facebook, complice anche un problema di qualche ora che domenica scorsa ha impedito l’utilizzo del client di messaggistica per i dispositivi mobili, gli utenti di WhatsApp hanno cominciato a guardare alle alternative.
L’app più “gettonata”, almeno negli ultimi giorni, sta divenendo Telegram. Compatibile con i dispositivi a cuore Apple iOS ed Android, Telegram sta raccogliendo il favore degli utenti soprattutto per una peculiarità che distingue l’app da altre soluzioni concorrenti: l’aspetto legato alla sicurezza delle conversazioni.
Rispetto a WhatsApp, infatti, Telegram utilizza standard di sicurezza migliori con la possibilità, eventualmente, di autodistruggere i messaggi che si inviano.
Di recente, infatti, WhatsApp è stato oggetto di approfondite analisi da parte di crittografi ed esperti di sicurezza (Whatsapp, possibile intercettare e spiare i messaggi) che ne hanno messo a nudo alcune “debolezze”.
Anche gli sviluppatori di Telegram, comunque, hanno ideato un protocollo (MTProto) che è stato fatto derivare da altri protocolli crittografici. Il manuale del buon crittografo suggerisce di astenersi dallo sviluppare da zero un protocollo per l’invio di informazioni in forma cifrata consigliando invece l’impiego delle metodologie per la protezione dei dati già esistenti.
Ad ogni modo, Telegram non ha per il momento evidenziato alcuna défaillance e gli utenti stanno iniziando ad utilizzarlo in massa: nelle 24 ore successive al temporaneo “blocco” di WhatsApp, Telegram avrebbe guadagnato ben 5 milioni di utenti tanto che gli stessi autori dell’applicazione hanno informato l’utenza di possibili rallentamenti dovuti al flusso inatteso di traffico.
Per un prodotto che fino a poco tempo fa aveva appena 100.000 utenti attivi al giorno, passare all’improvviso a quota cinque milioni “è qualcosa di folle” (questa l’espressione usata dagli sviluppatori di Telegram). La crescita esponenziale del traffico è stata rilevata anche da Alexa che oggi presenta questo grafico piuttosto eloquente.
Dietro allo sviluppo di Telegram ci sono le principali “menti” di VK (abbreviazione di VKontakte), il principale social network russo conosciutissimo nel mondo ed anche in Italia: i fratelli Nikolai e Pavel Durov.
Telegram, comunque, a differenza di quanto accade oggi nel caso di Facebook e WhatsApp, è una società completamente indipendente che agisce in maniera autonoma e senza alcun legame con VK. Anzi, i Durov hanno preferito allontanarsi quanto più possibile dall’ombra del Cremlino portando la sede di Telegram in Germania, a Berlino.
Telegram poggia su di un’architettura composta da server distribuiti in diverse parti del mondo e permette l’accesso simultaneo da più dispositivi oltre al contemporaneo aggiornamento dei messaggi scambiati.
Chi volesse provare Telegram ed installarlo su iOS od Android, può fare riferimento ai link presenti nella home page del progetto.