TIM sta lavorando su due fronti: da un lato c’è già l’accordo siglato con Vodafone Italia per la condivisione delle rispettive infrastrutture 5G (e forse anche di quelle per il 4G), dall’altro si inizia a valutare le opportunità di un’eventuale fusione della rete con quella di Open Fiber.
Innanzi tutto, la partnership TIM-Vodafone è ormai cosa fatta e si concretizzerà già nel corso del 2019. Sulla base dell’intesa, le due aziende condivideranno la componente attiva della rete 5G e valuteranno la condivisione degli apparati attivi della rete 4G per poi ampliare successivamente l’accordo alla parte passiva delle reti.
L’obiettivo è evidentemente quello di velocizzare lo sviluppo e la diffusione della rete 5G sull’intero territorio nazionale a costi inferiori rispetto ad azioni disgiunte o comunque non coordinate.
TIM e Vodafone esamineranno la fattibilità tecnica e commerciale di installare congiuntamente i propri apparati attivi 5G nel Paese. Comprese quelle grandi città in cui ciascuna società potrebbe voler mantenere flessibilità strategica e assicurare la propria capacità di rispondere alle esigenze dei rispettivi clienti.
TIM e Vodafone collaboreranno inoltre per adeguare le rispettive reti di trasmissione in fibra per il backhauling mobile (utilizzo di cavi in fibra ottica a più alta capacità) e valuteranno la costituzione di un’entità unica per la gestione delle rispettive infrastrutture passive, per un totale di 22.000 torri in Italia.
L’aggregazione tra le infrastrutture passive di rete Vodafone e quelle facenti capo al Gruppo Telecom Italia (INWIT, INWIT, ecco la mappa delle antenne cellulari TIM) sarebbe strutturata in modo da creare valore per tutte le parti coinvolte.
A testimonianza di quanto la collaborazione si preannuncia a lungo termine, le due società intendono valutare l’opportunità di spostare sull’infrastruttura della nuova società le apparecchiature di rete attive attualmente ospitate su torri di terzi.
Tavolo aperto per la fusione della rete con Open Fiber
Contemporaneamente, sembra registrarsi “il disgelo” tra TIM e Open Fiber. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, aveva esortato l’ex monopolista a chiarire la sua posizione: Accordo in vista tra TIM e Open Fiber? Intanto le parti si confrontano.
La risposta è arrivata nero su bianco attraverso l’approvazione e la pubblicazione del piano strategico TIM 2019-2021. Nel documento, tra i vari punti, si legge: “iniziate trattative con Open Fiber per valutare tutte le opzioni possibili inclusa una completa combinazione delle Reti fisse. Firmato accordo di riservatezza e nominati gli advisor finanziari“.
Si legge ancora: “TIM crede nell’opportunità di creare valore che può portare la rete unica ed ha per questa ragione aperto un tavolo di confronto con Open Fiber per esplorare tutte le opzioni possibili, inclusa una completa combinazione societaria. (…) La convergenza delle due reti porterebbe vantaggi a tutti gli stakeholders: le aziende coinvolte, il mercato, gli azionisti e il paese intero, che beneficerebbe di un’infrastruttura veloce e all’avanguardia“.
Si imbocca quindi una strada che fino a qualche tempo fa sembra assolutamente improbabile: TIM, tra l’altro, è l’unico operatore di telecomunicazioni che non ha ancora stretto accordi con Open Fiber per la rivendita dei servizi ultrabroadband fino 1 Gbps ai clienti finali, nelle zone già raggiunte: La fibra Open Fiber 1 Gbps arriva in altre città d’Italia: l’elenco completo.