Gli armadi stradali TIM che sono stati aggiornati al fine di portare la connettività a banda ultralarga nelle aree bianche sono diventati 7.000. Di questi 1.600 si riferiscono a un accordo siglato con Infratel Italia, società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico, e non riguardano aree del Paese interessati dai precedenti bandi. A beneficiare della connettività ultrabroadband sarà un bacino potenziale di oltre 1 milione di famiglie, professionisti e imprese.
Dopo lo “stop” imposto dall’Antitrust, TIM è tornata a investire sulle aree bianche: come conferma anche l’amministratore delegato Luigi Gubitosi, l’azienda ha infatti ottenuto il “via libera” dal Governo sotto la supervisione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).
TIM sta coprendo molto rapidamente le aree bianche del Paese. Ma com’è possibile che TIM ci stia mettendo così poco? Inoltre, le aree bianche non avrebbero dovuto essere “feudo” di Open Fiber, soggetto vincitore dei tre bandi organizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico e Infratel?
Gli interventi di TIM sui 7.000 armadi stradali in aree bianche rientrano nel quadro delle misure di emergenza fissate dai decreti del Governo e tese a velocizzare la copertura ultrabroadband in un delicato momento come quello che stiamo vivendo (epidemia da COVID-19). In generale si tratta di aree che dovrebbero essere coperte da altri soggetti ma che allo stato attuale non sono state ancora raggiunte.
Quanto alla velocità con cui TIM ha ultimato la copertura dei cabinet, gli armadi in area bianca in questione erano già predisposti per essere attivati, ma sono stati “congelati” tempo fa per via degli esiti delle gare pubbliche, vinte da un altro soggetto. Con l’emergenza il “fattore tempo” è diventato fondamentale: TIM, in accordo con quanto stabilito, si è quindi attivata per “accendere” i DSLAM sui cabinet al fine di servire in breve tempo soprattutto le aree a fallimento di mercato.
L’emergenza COVID-19 ha di fatto squassato il mercato inducendo gli operatori a fare “un salto di qualità” per mettere tutti i cittadini nelle condizioni di poter lavorare, cooperare e studiare a distanza usando servizi di videoconferenza, produttività, collaborazione ed e-learning da casa. Ed è proprio la rete che in questi mesi durissimi ha aiutato a ridurre, almeno virtualmente, il distanziamento sociale che – come osserva anche Gubitosi in una recente intervista rilasciata a “Milano Finanza” – sarebbe stato molto meno sopportabile.
È di ieri, ad esempio, l’iniziativa di TIM che, a tutti i clienti prepagati consumer di telefonia mobile con un’offerta dati attiva, non conteggerà il traffico scambiato sulle principali piattaforme di e-learning e comunque su tutte quelle indicate dal Ministero dell’Istruzione: al momento WeSchool powered by TIM, Microsoft Office 365 Education A1, Google G Suite for Education.
Attivando una E-learning Card sulla propria utenza mobile (dal sito TIM Party) chiunque potrà attivare, sulla propria utenza mobile, la navigazione illimitata sulle principali piattaforme di didattica online. È possibile anche ottenere un “bundle dati” aggiuntivo di 5 Giga al mese per la navigazione dai Paesi UE.
Una vicenda emblematica: i comuni digital divisi diventano connessi in banda ultralarga
Le difficoltà spesso contribuiscono a diventare più forti e a crescere.
E proprio in queste ore ci è stata raccontata una bella storia che vogliamo condividere con i nostri lettori. Si tratta di Giulio G., un ragazzo che abita a Scansano (Grosseto) e che frequenta la scuola media.
Fino a qualche giorno fa il suo comune era uno di quelli digital divisi, quelli in cui insistono aree bianche, non serviti non soltanto dalla banda ultralarga ma anche non raggiunti adeguatamente da tecnologie di connessione capaci di offrire stabilmente almeno “qualche” Mbps.
Giulio, che abita in campagna in mezzo al verde, durante l’emergenza COVID-19 ancora in atto era costretto a percorrere più di un chilometro e posizionarsi con smartphone e tablet sotto a un albero in mezzo ai campi per riuscire a vedere in videoconferenza gli insegnanti e i compagni. Solo a distanza da casa sua, in una zona meglio coperta dalle antenne della telefonia mobile, il buon Giulio riusciva infatti a inviare e ricevere dati in rete con un buon livello di prestazioni in downstream e upstream.
La foto del “banchino” isolato di Giulio tra i campi, diventata simbolo dell’emergenza sanitaria che stiamo attraversando e, al tempo stesso, dell’importanza della didattica a distanza, resterà ora solamente un ricordo.
L’AD di TIM Gubitosi, venuto a conoscenza della problematica, ha infatti chiesto ai tecnici dell’azienda di attivarsi per abilitare la connettività a banda ultralarga da postazione fissa non soltanto presso il domicilio di Giulio ma anche nell’intero territorio comunale.
“Mi si è stretto il cuore nel guardare la foto di quel ragazzino che ogni mattina si incamminava per trovare un posto dove seguire le lezioni, perché a casa sua non aveva segnale“, ha dichiarato Gubitosi.
Così TIM ha avviato e concluso in breve tempo i lavori di copertura nel piccolo comune di Scansano e nei paesi limitrofi.
Grazie a Giulio, Scansano è diventata una realtà simbolo dei borghi connessi, superando l’isolamento digitale tipico delle aree meno densamente abitate.
In momenti complicati come quello che stiamo affrontando, appare evidente come il digitale e, soprattutto, la disponibilità di una connessione veloce, affidabile, senza limiti sia fondamentale perché essa può diventare il vero tessuto connettivo della nostra società. In un periodo in cui gran parte della popolazione si trova in casa, le nuove tecnologie permettono di restare in contatto, scoprire nuovi modi di trascorrere il tempo, proseguire gli studi e lavorare anche quando gli uffici sono chiusi.