Si è concluso in Svezia il processo d’appello nei confronti degli amministratori di “The Pirate Bay” (TPB), sito che si occupa dell’indicizzazione di file Torrent e che è stato subito oggetto di pesanti azioni legali promosse dall’industria in seguito alla facilità con la quale è possibile trovare link per il download di materiale protetto dal diritto d’autore.
La nuova sentenza ha confermato la condanna nei confronti di Fredrik Neij, Peter Sunde e Carl Lundström riducendo la pena detentiva. A Neij sono stati inflitti 10 mesi di carcere, a Sunde sei mesi mentre a Lundström quattro. I giudici svedesi hanno però elevato la sanzione pecuniaria comminata ai tre che dovranno così versare un importo risarcitorio pari, complessivamente, a 46 milioni di corone (circa 5 milioni di euro, convertitore alla mano). Nel dispositivo di sentenza del primo grado di giudizio, la sanzione fu pari a circa 2,7 milioni di euro. Il quarto imputato, Gottfrid Svartholm, verrà molto probabilmente giudicato più avanti dato che era assente per motivi di salute (non è stato possibile notificargli l’invito a comparire in aula dal momento che sembra trovarsi in Camboguia).
La difesa ha continuato a sostenere come TPB fungesse solamente da sito web ospitante una “collezione di link”, senza permettere il download di alcun contenuto illegale dai propri server. Diametralmente opposta la posizione dell’industria dell’entertainment” che plaude alla nuova risoluzione del tribunale scandinavo.
Peter Sunde, intanto, ha già promesso la presentazione di un nuovo appello alla Corte Suprema: “non preoccupatevi“, ha scritto in un messaggio sul suo profilo Twitter.
In Italia, il Tribunale di Bergamo – allineandosi alla sentenza 49437 della Cassazione (ved. questo articolo) – ha ordinato a tutti i provider Internet “nostrani” il blocco dell’accesso a TPB. Il provvedimento, che risale allo scorso febbraio, si è concretizzato nell’associazione dell’IP locale 127.0.0.1 (indirizzo dell’interfaccia di loopback) all’indirizzo “mnemonico” del sito corsaro. Gran parte dei server DNS stranieri (compresi quelli di Google) permettono l’accesso, senza alcuna limitazione, al sito di Sunde & c.