Sin dalla conclusione della prima sfida di Champions League trasmessa in diretta in Italia su Amazon Prime Video i commenti di apprezzamento degli utenti non si sono fatti attendere. La società guidata da Jeff Bezos non si è fatta trovare impreparata e la visione della partita di coppa Inter – Real Madrid è filata via senza intoppi.
La qualità del flusso multimediale che Amazon è stata in grado di assicurare è davvero ragguardevole anche se ancora si è preferito non spingere sull’acceleratore e astenersi dall’abilitare la visione in 4K HDR sui dispositivi supportati fermandosi a 1080p 50 Hz.
Quanto ha inciso la trasmissione di una partita seguitissima come Inter – Real Madrid sul traffico? Basta dare un’occhiata ai dati pubblicati in tempo reale dal Milan Internet eXchange (MIX), il principale nodo pubblico del nostro Paese presso il quale avviene l’interconnessione tra reti appartenenti a diversi operatori, per rendersi conto che il picco di 1.396 Tbps rilevato ieri sera è il valore più elevato in assoluto fatto registrare da almeno un anno a questa parte.
La rete italiana nel complesso ha retto bene anche se si sono registrate tante lamentele con alcuni provider, raccolte sui forum specializzati e sul servizio Downdetector. I problemi segnalati non riguardavano solamente la visione del secondo tempo del match ma anche l’accesso a qualunque altro sito web. C’è da dire che le prime segnalazioni erano arrivate già intorno alle 18-18,30, ben prima del picco di traffico rilevato in serata.
Tornando ad Amazon Prime Video il debutto italiano è figlio dell’esperienza dell’azienda nel cloud computing.
Già nel 2017-2018 i tecnici di Amazon condivisero una presentazione che illustrava la sretta relazione tra Prime Video e AWS (Amazon Web Services), la piattaforma cloud distribuita liberamente accessibile e utilizzabile da parte di aziende, professionisti e utenti privati.
Prime Video sfrutta diversi servizi AWS, tra cui Amazon CloudFront, oltre ad altre CDN di terze parti per fornire streaming live a bassa latenza ai clienti in tutto il mondo.
Così la società di Bezos non ha dovuto fare altro che replicare l’utilizzo delle soluzioni adottate per trasmettere negli Stati Uniti gli incontri di football americano (NFL), già in essere da alcuni anni, al calcio “nostrano”.
“Con gli eventi sportivi live l’affidabilità e la bassa latenza sono parametri assolutamente critici perché ogni secondo perso ha un impatto negativo sugli spettatori“, ha osservato BA Winston, responsabile della divisione Amazon Video.
Amazon CloudFront viene utilizzato per fornire video con bassa latenza a un pubblico globale e Amazon Elastic Compute Cloud (Amazon EC2) per gestire la capacità di calcolo.
Il “segreto” del successo di Prime Video è proprio questo: l’utilizzo di una piattaforma che può scalare in modo elastico e in tempo reale a seconda della domanda da parte dei client collegati fornendo i dati in streaming da sistemi posti fisicamente il più vicino possibile agli utenti.
In condizioni ottimali il flusso video HEVC utilizzato ieri da Amazon ha richiesto 10 Mbps di banda ma grazie al bitrate adattivo è stato possibile accedere a una buona esperienza di riproduzione video anche con connessioni meno performanti.
Il meccanismo chiamato adaptive bitrate streaming (ABR) regola automaticamente i parametri tecnici del flusso audio e video in streaming in base alla banda effettivamente disponibile lato utente in ogni momento.
La prossima sfida di Amazon sarà quella di portare il 4K HDR per gli eventi live in Italia: e questo potrebbe forse succedere già dal prossimo incontro di Champions. Vedremo cosa succederà e l’impatto sulla rete.
In un altro articolo abbiamo visto come sfruttare al massimo l’abbonamento Amazon Prime che tra i vari servizi include anche Prime Video.