Spostare sistema operativo su SSD

Come fare per sostituire il vecchio hard disk con un nuovo e veloce SSD: come spostare il sistema operativo su tale unità.

Rimpiazzare il vecchio hard disk e sostituirlo con un SSD è una delle migliori operazioni che è possibile compiere per velocizzare una macchina che comincia ormai ad accusare il peso del tempo.

Lo scoglio più evidente consiste nello spostare il sistema operativo su SSD.
Spesso, infatti, è necessario trasferire il sistema operativo da HD a SSD, su un’unità a stato solido che tipicamente è meno capiente rispetto all’hard disk in cui è installato Windows.

Per spostare Windows su SSD è necessario agire in tre passaggi:

1) Preparare l’hard disk in modo tale che lo spazio complessivamente occupato da sistema operativo e dati sia inferiore alla capienza massima della nuova unità SSD.

2) Spostare il sistema operativo su SSD usando un apposito software (noi presenteremo l’utilizzo di EaseUS Todo Backup nella versione completamente gratuita ma è ovviamente possibile ricorrere ad altre utilità specializzate similari).

3) Collegare come unità principale l’unità SSD, risolvere eventuali problemi di avvio di Windows e ripristinare il disco fisso come unità secondaria oppure come unità esterna.

Come collegare l’unità SSD al sistema

Prima di accingersi a spostare il sistema operativo su SSD, è bene riflettere sulla modalità con cui si può collegare la nuova unità SSD alla macchina in uso.
Sull’unità SSD, infatti, dovrà essere copiato il sistema operativo al momento installato sul vecchio hard disk.

L’unità SSD, quindi, potrà essere collegata come secondaria sui sistemi desktop (vedere Installare un secondo hard disk: perché e come fare) e sui notebook dotati di un secondo slot.
Sui notebook che permettono di installare un solo hard disk o un unico SSD, si dovrà necessariamente attrezzarsi con un adattatore.

Questo è un esempio di adattatore da SATA a USB che permetterà di collegare un SSD SATA III a una porta USB del computer. L’adattatore è disponibile in varie versioni che differiscono per la tipologia delle interfacce utilizzate.

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C’è ad esempio la versione con interfaccia USB 3.0 lato PC, quella con USB 3.1 (fino a 10 Gbps) e la USB Type-C (connettore più piccolo).
Lato SSD, invece, è disponibile la versione per unità da 2,5 pollici (quelle per i notebook) e la versione per collegare SSD da 3,5 pollici SATA (o vecchi hard disk IDE). In quest’ultimo caso, lato PC l’unica interfaccia disponibile è la USB 3.0.

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Interessante è anche questo adattatore universale, anch’esso disponibile su Amazon, che permette di collegare sia unità da 2,5 che da 3,5 pollici ed è dotato di alimentatore per quegli hard disk che necessitassero il collegamento alla presa a muro (alimentazione da USB insufficiente).
Diverse alternative sono proposte a questo indirizzo.

Attrezzarsi con il disco di ripristino o il supporto di installazione di Windows

Nel caso in cui, per un qualunque motivo, la copia di Windows trasferita sull’unità SSD non dovesse avviarsi, è bene avere a disposizione il disco di ripristino o il supporto di installazione del sistema operativo per risolvere il problema.

Il supporto d’installazione di Windows può essere creato essenzialmente in due modi:
– Utilizzando il Media Creation Tool, nel caso di Windows 10.
– Scaricando il file ISO dai server Microsoft quindi masterizzandolo su supporto DVD o salvandolo su chiavetta USB avviabile.

Entrambe le alternative sono illustrate negli articoli Scaricare Windows 7, Windows 8.1 e Windows 10 dai server Microsoft e Scaricare Windows 10 ISO: ecco come procedere.

In alternativa, per creare il disco di ripristino di Windows, basta digitare Crea un’unità di ripristino nella casella di ricerca del sistema operativo e seguire la procedura passo-passo che viene presentata.

Preparare l’hard disk per spostare il sistema operativo su SSD

Prima di trasferire il sistema operativo da HD a SSD, è bene innanzi tutto controllare lo spazio complessivamente occupato dalla partizione di Windows.

Facendo riferimento alla finestra Questo PC o Risorse del computer, si può esaminare quanto riportato in corrispondenza dell’unità C:.

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Nell’esempio, lo spazio occupato è intorno ai 115 GB. Senza operare alcuna modifica al contenuto dell’hard disk, quindi, si potrà trasferire tutto il contenuto della partizione di sistema su un SSD – ad esempio – da 256 GB. Assolutamente sconsigliato, invece, scegliere un’unità SSD da 128 GB, se non riducendo in maniera significativa lo spazio occupato sul disco C: (portando lo spazio occupato a circa 60-70 GB).

Di solito sono i dati degli utenti a occupare maggiore spazio.
Consigliamo quindi di effettuare il login in Windows con un account amministratore; accedere all’unità C: da Esplora file; cliccare con il tasto destro sulla cartella Utenti e scegliere Proprietà. In questo modo, dopo alcuni minuti di attesa, si potrà stabilire l’entità dello spazio complessivamente occupato dai file salvati nei vari account utente.

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Copiando l’intera cartella C:\Utenti o C:\Users in un’unità di memorizzazione esterna, sarà poi possibile fare spazio sull’hard disk.
Una volta copiata la cartella C:\Utenti o C:\Users, insieme con tutte le sottocartelle e i rispettivi contenuti, si dovrà verificare di poter accedere a tutte le directory oggetto di backup sull’unità esterna.
Alla comparsa del messaggio Non si dispone delle autorizzazioni necessarie per accedere alla cartella, basterà fare clic sul pulsante Continua (ne avevamo parlato anche nell’articolo Recuperare dati da un vecchio hard disk, ecco come fare). L’importante è accertarsi di utilizzare sempre un account utente di tipo amministrativo.

Conclusa la procedura di backup della cartella C:\Utenti o C:\Users sull’unità esterna (si può eventualmente ricorrere all’utilità Robocopy: Robocopy: come copiare velocemente file e cartelle in rete locale), si potrà cancellare il contenuto delle varie cartelle sull’hard disk.
A questo proposito, comunque, è bene rimarcare che non si dovranno cancellare assolutamente né la cartella Utenti né le sottocartelle ma soltanto i file personali degli utenti.

Si può anche cogliere l’occasione per disinstallare le applicazioni inutili o individuare cartelle contenenti file del tutto superflui.

Applicazioni come DiskBoss e WinDirStat, entrambe presentate nell’articolo Come liberare spazio su disco, consentono di stabilire agevolmente quali programmi e quali file possono essere rimossi.

Infine, l’utilità Pulizia disco – ancora integrata in Windows (nelle future versioni di Windows 10 potrebbe essere rimossa e sostituita dagli strumenti inseriti nella finestra Impostazioni di archiviazione del sistema operativo) – consente di recuperare parecchi gigabyte di dati. Se Windows funziona senza problemi, l’eliminazione dei file d’installazione degli aggiornamenti aiuta a recuperare molto spazio (spesso anche fino a 30 GB).
Per approfondire, suggeriamo la lettura dell’articolo Pulizia disco, si può cancellare tutto quanto viene proposto?.

Spostare il sistema operativo su SSD, automaticamente

Dopo aver collegato la nuova unità SSD al sistema, eventualmente servendosi dell’adattatore (quest’ultimo connesso al PC attraverso l’utilizzo del cavo USB in dotazione), si dovrà scaricare e installare il software EaseUS Todo Backup che offre un validissimo aiuto nello spostare il sistema operativo su SSD. Il programma è scaricabile gratuitamente facendo riferimento a questa pagina.

Va tenuto presente che, come indicato in questa comparativa, l’edizione Free di EaseUS Todo Backup non permette di clonare i dischi dinamici (ne avevamo parlato nell’articolo Convertire disco dinamico in base senza perdere dati).

All’avvio di EaseUS Todo Backup bisognerà scegliere la voce Clona dalla colonna di sinistra quindi selezionare l’unità corrispondente all’hard disk da clonare, attualmente installato sul sistema. È importante selezionare non le singole partizioni ma spuntare la casella di solito a sinistra dell’indicazione Disco rigido 0.

Il passo seguente consiste nell’indicare l’unità SSD di destinazione. Se sull’unità a stato solido non fosse presente alcuna partizione si leggerà Non allocato.

Cliccando sul pulsante Opzioni avanzate in basso a sinistra, si dovrà spuntare la casella Ottimizza per SSD. In questo modo EaseUS Todo Backup si occuperà anche dell’allineamento.

L’allineamento di un SSD è un’operazione importante che va eseguita una sola volta: quando si installa il sistema operativo oppure, come nel nostro caso, quando si effettua la clonazione di una partizione già esistente.
La procedura di allineamento di un SSD permette di assicurarsi che un settore logico cominci esattamente all’inizio di una “pagina fisica” dell’unità a stato solido. Evitando l’allineamento, il settore può oltrepassare i limiti della pagina implicando, nel caso delle operazioni di scrittura, una scrittura aggiuntiva riducendo le prestazioni dell’SSD.

Nell’articolo Allineamento SSD, cos’è e come verificarlo abbiamo spiegato, nel dettaglio, cosa significa allineare la partizione in un SSD e come verificare che sia tutto a posto.

Come ultimo passo, EaseUS Todo Backup mostrerà un resoconto delle impostazioni selezionate e avvierà l’attività di clonazione dei dati dal vecchio hard disk al nuovo SSD.

Avviare il sistema dall’unità SSD e risolvere i problemi di avvio di Windows

Spegnendo il sistema, scollegando l’hard disk e connettendo – come principale – l’unità SSD, si potrà quindi provare ad avviare Windows dal nuovo supporto di memorizzazione.

Come spiegato nell’articolo Computer non si accende o non si avvia Windows, come risolvere, nel caso in cui Windows non si avviasse dall’unità SSD sulla quale il sistema operativo è stato precedentemente clonato, si dovrà usare il supporto di installazione di Windows o il disco di ripristino per risolvere il problema.
Scegliendo le voci Opzioni avanzate, Risoluzione dei problemi, ancora Opzioni avanzate e Ripristino all’avvio, si potranno risolvere i problemi che impediscono il corretto avvio del sistema operativo.

Ottimizzare la configurazione del nuovo SSD

A clonazione conclusa, ci si ritroverà con la partizione Riservato per il sistema visibile nella finestra Questo PC o Computer.
Per nasconderla com’è celata di solito in tutte le installazioni di Windows, basta aprire la finestra Gestione disco (premere la combinazione di tasti Windows+R quindi digitare diskmgmt.msc).
Nella parte inferiore della finestra si dovrà cliccare con il tasto destro del mouse sul blocco corrispondente alla partizione di sistema, scegliere Cambia lettera e percorso di unità quindi fare clic sul pulsante Rimuovi.

Per quanto riguarda l’attivazione della funzionalità TRIM sull’unità SSD, Windows dovrebbe aver già provveduto automaticamente riconoscendo la tipologia dello storage in uso.
Per verificare che TRIM sia attivato, basta comunque aprire il prompt dei comandi (Windows+R quindi digitare cmd) e impartire il seguente comando:

fsutil behavior query DisableDeleteNotify

Ottenendo, come risposta, almeno NTFS DisableDeleteNotify = 0 (Disabilitato), significa che TRIM è correttamente abilitato.

Nel caso in cui si dovesse ottenere una risposta, si dovrà digitare fsutil behavior set DisableDeleteNotify 0 al prompt dei comandi aperto con i diritti di amministratore (digitare cmd nella casella di ricerca di Windows e premere la combinazione di tasti CTRL+MAIUSC+INVIO).

Ulteriori ottimizzazioni applicabili sull’unità SSD (abbiamo voluto sfatare molti “miti”…), sono illustrate nel nostro articolo Come ottimizzare SSD in Windows.

Ripristinare il vecchio hard disk come unità secondaria o disco esterno

Accertandosi più volte che Windows venga correttamente avviato dalla nuova unità SSD, si potrà ricollegare il vecchio hard disk quindi eliminarne le partizioni da Gestione disco di Windows.

Per avviare l’utilità Gestione disco, basta premere la combinazione di tasti Windows+R, digitare diskmgmt.msc e premere Invio.

A questo punto, si potrà eliminare la partizione di sistema di Windows sul vecchio hard disk (tasto destro Elimina volume) e procedere a una sua nuova creazione e formattazione (sempre utilizzando i comandi accessibili da tasto destro).

Il vecchio hard disk potrà così essere utilizzato come unità secondaria nella quale, ad esempio, si potrà copiare la cartella Utenti, precedentemente oggetto di backup su un’unità esterna.

Per fare in modo che Windows, installato sull’unità SSD, faccia d’ora in avanti riferimento alle cartelle Documenti, Immagini, Download, Musica, Video memorizzate nel vecchio disco fisso, si potrà applicare la semplice procedura illustrata nell’articolo Aumentare spazio su disco, come fare? al paragrafo Spostare le cartelle Documenti, Download, Immagini,… nel secondo hard disk.

Nel caso dei portatili che non mettono a disposizione un secondo slot per il collegamento del vecchio hard disk, è possibile trasformare tale unità in un disco esterno. Nell’articolo Trasformare hard disk interno in esterno, come fare? abbiamo visto come fare.

Ulteriori letture e approfondimenti:
Sostituire hard disk con SSD, come fare senza reinstallare tutto
Come sostituire hard disk di un notebook con un SSD

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