La Corte Federale di San Francisco si è per la prima volta espressa sul caso che vede contrapporsi Oracle e Google. La giuria ha dato ragione ad Oracle stabilendo che l’azienda di Mountain View ha violato, almeno in parte, la proprietà intellettuale dell’azienda guidata da Larry Ellison. Il primo successo in tribunale di Oracle è apparso ai più, tuttavia, come una vittoria di Pirro. Vediamo perché.
La società di Ellison ha ripetutamente accusato Google di aver copiato ed indebitamente utilizzato porzioni del codice che regolano il funzionamento della piattaforma Java in Dalvik, la virtual machine di Android capace di eseguire applicazioni Java. Google ha sempre negato spiegando, tra l’altro, di aver provveduto a sviluppare la macchina virtuale Dalvik senza utilizzare il pacchetto OpenJDK. Non è infatti possibile prendere un’applicazione Java ed eseguirla direttamente su Android: essa deve essere necessariamente ricompilata ricorrendo a Dalvik.
Con la sentenza di queste ore, la Corte di San Francisco si è espressa solamente su nove righe di codice che sono state giudicate “copiate” da parte dei programmatori di Google e su alcune funzioni che i responsabili della società fondata da Page e Brin avevano ammesso di essere state utilizzate per errore.
La giuria, però, sembra essersi arenata su un aspetto da molti, Google compresa, considerato a dir poco essenziale: il concetto del “fair use“. Nella decisione, infatti, si fa presente come Google abbia probabilmente ritenuto, sulla spinta delle posizioni prese da Sun prima e da Oracle poi, che non fosse necessario ottenere un’apposita licenza per l’utilizzo delle 37 API della discordia.
Fatto sta che la causa miliardaria avviata da Oracle – che inizialmente aveva chiesto 2,6 miliardi di dollari come risarcimento danni – potrebbe uscirne fortemente ridimensionata: in gioco vi sarebbe una cifra molto più contenuta (100 o 150mila dollari al massimo).
Seppur con un primo successo, gli analisti non valutano Oracle come la vera vincitrice della vertenza che si prevede ancora lunga e lontana da una conclusione definitiva. Tanto che il titolo che ha guadagnato in borsa è stato proprio quello di Google mentre Oracle ha registrato una flessione.
Per i responsabili di Mountain View, la decisione più importante arriverà quando i giudici stabiliranno se le API di Oracle siano o meno soggette alle leggi sul copyright. Se la corte dovesse arrivare alle conclusi alle quali si è recentemente pervenuti in ambito europeo (ved. questo articolo), vincitrice indiscussa sarebbe proprio Google.
Oracle ha comunque accolto positivamente la sentenza appena emessa.
Maggiori informazioni sulla vicenda che vede Oracle darsi battaglia con Google sono pubblicate in questi articoli.