La novità era emersa a giugno quando i responsabili di Google ed, in particolare, Sundar Pichai, confermarono l’intenzione di voler rilasciare un sistema operativo espressamente destinato ai dispositivi mobili con una dotazione hardware piuttosto contenuta.
Dopo appena tre mesi di attesa, Google ha presentato ufficialmente i primi smartphone Android One confermando che si tratta di device pensati per lo più per i mercati emergenti sui quali l’azienda desidera puntare molto. È risaputo, infatti, che questi mercati possono letteralmente “mettere il turbo” alle performance di vendita di un’azienda operante nel settore.
Non è un caso che Google abbia deciso di portare Android One, in prima battuta, proprio in India: si tratta infatti del secondo mercato “mobile” al mondo anche se gli smartphone non sono così diffusi come in altri Paesi.
Partner di Google saranno Acer, Alcatel Onetouch, ASUS, HTC, Intex, Lava, Xolo, Lenovo e Panasonic oltre al famosissimo produttore di chip Qualcomm che, guarda caso, proprio nei giorni scorsi ha fatto presente di voler investire molto proprio sui device di fascia medio-bassa: Qualcomm: LTE anche sui device di fascia bassa.
I primi smartphone Android One, comunque, saranno realizzati da produttori hardware come Micromax, Karbonn, Spice che collaboreranno col produttore di chip, rivale di Qualcomm, MediaTek.
“Verso i prossimi cinque miliardi di dispositivi venduti“, scrive Pichai (lui stesso indiano di nascita nonché uno dei vicepresidenti di Google), spiegando come Android One fungerà da leva per ampliare rapidamente la fetta di mercato appannaggio del robottino verde. Gli smartphone Android One, in India, costeranno poco, l’equivalente di 100-115 euro.