Con l’espressione Internet delle Cose (IoT dall’equivalente inglese Internet of Things) si fa riferimento a quegli oggetti che si rendono riconoscibili e acquisiscono una certa “intelligenza” grazie al fatto di poter comunicare reciprocamente e tramite la rete Internet.
Nell’articolo IoT, il cloud diventerà uno standard nelle nostre case? ci siamo concentrati sugli aspetti tecnici dei dispositivi IoT ai quali ci si riferisce spesso con l’appellativo smart per sottolineare quanto i vari device possano reagire a particolari eventi, dialogare fra loro, allertare o semplicemente informare gli utenti, diventare gestibili in modalità remota senza quindi che vi sia una presenza fisica.
Nell’articolo Cos’è l’IoT o Internet delle Cose e come funziona abbiamo visto cos’è l’Internet delle Cose e quando può essere utile adoperare dispositivi simili all’interno della propria rete locale, a casa o in ufficio.
Google Home e Amazon Alexa sono esempi di dispositivi smart perché essi non soltanto possono essere utilizzati come assistenti digitali, per pianificare la propria giornata o per ottenere informazioni e indicazioni su richiesta, ma possono essere sfruttati come hub per gestire altri dispositivi.
Le skill di Alexa, in particolare, sono mini-applicazioni sviluppate da programmatori terzi che permettono di legare l’assistente digitale di Amazon con qualunque servizio cloud: Skill Alexa: cosa sono, come funzionano e come si creano.
Per entrare nel mondo Amazon Alexa, basta acquistare ad esempio uno smart speaker Echo a partire da 50 euro nel caso di Echo Dot.
È invece possibile fare riferimento a questa pagina per acquistare Google Home.
Di seguito proponiamo alcuni spunti per rendere la smart home ancora più intelligente, spunti che però sono eventualmente utilizzabili anche in ufficio.
1) Google Home e Amazon Alexa utilizzabili come interfono
Una funzionalità poco nota ai possessori degli assistenti vocali di Google e Amazon è quella che permette di comunicare tra un dispositivo e l’altro. I soggetti che si trovano in una stanza possono comunicare con quelli in un’altra area dell’edificio servendosi di Google Home e Amazon Alexa.
È vero per attivare funzionalità “interfono”, basta installare un telefono dotato di base DECT e attestare gli altri portatili sulla stessa base.
In alternativa, è comunque possibile ricorrere alle funzionalità Broadcast di Google Home o Announce di Alexa.
Nel caso di Google, basterà pronunciare ad alta voce il comando Trasmetti/comunica/di’ a tutti/annuncia seguito dal messaggio da riprodurre sugli altri dispositivi; con Alexa basterà dire Annuncia (vedere questa pagina per approfondire).
Purtroppo Alexa funziona in un’unica direzione (a meno di non attivare il cosiddetto drop in che però funziona solo fra device Echo) e gli altri soggetti non possono rispondere all’annuncio; nel caso di Google Home, invece, la funzionalità broadcast è bidirezionale.
2) Non lasciare mai le luci accese o accenderle su base programmatica. Programmare i termostati se si è fuori casa
Il cosiddetto geofencing permette di innescare determinati eventi sulla base della propria posizione geografica. Ricorrendo a un’app è possibile decidere di spegnere le luci quando ci si allontana da una determinata area (vengono ovviamente utilizzati i servizi di geolocalizzazione dello smartphone) o viceversa di accenderle quando si dovesse rientrare nella medesima area.
Il geofencing può essere utilizzato anche per abilitare la registrazione video da parte di una telecamera di sicurezza smart o attivare controlli più severi.
La app ufficiale che consente di programmare il funzionamento dei dispositivi Philips Hue supporta di default il geofencing offrendo la possibilità di regolare il comportamento delle lampade sulla base della posizione geografica.
Anche i termostati intelligenti Nest mettono a disposizione una comoda app per i dispositivi mobili che consente di stabilire, grazie al meccanismo del geofencing, come deve comportarsi il termostato in caso di assenza.
Con l’applicazione IFTTT per Android e iOS è possibile evitare di installare più applicazioni dei singoli produttori e gestire i dispositivi smart con una sola app.
IFTTT consente anche ai dispositivi smart di dialogare fra loro gettando ponti fra quei device che – nella configurazione predefinita – non potrebbero parlare: Controllare dispositivi connessi alla rete con IFTTT (qui l’elenco di tutti i servizi supportati).
La linea Philips Hue mette a disposizione anche un sensore di movimento che può essere impostato per accendere o spegnere automaticamente le luci al rilevamento di un movimento.
Creare un impianto domotico che reagisce al verificarsi di determinati eventi diventa così davvero alla portata di tutti.
3) Utilizzare i sensori per ricevere notifiche o rilevare situazioni d’interesse
Alcuni sensori oggi in commercio possono essere configurati in maniera tale da interagire con Google Home e Amazon Alexa o essere impostati per lavorare in simbiosi con altri device intelligenti, grazie ad esempio a IFTTT.
Suggeriamo di fare una ricerca sul sito di IFTTT, da questa pagina per avere un’idea di quali prodotti possono essere gestiti in simbiosi.
Su Amazon si trovano sensori di ogni tipo che necessitano di hub specifici, che possono lavorare autonomamente e che sono in grado di dialogare con Google Home e Amazon Alexa.
Tra i migliori dispositivi ci sono quelli di Sonoff: esistono ad esempio interruttori smart che consentono di controllare prese elettriche e dispositivi che di per sé non offrono funzionalità smart e non possono quindi essere direttamente collegati, per esempio, al modem router WiFi (maggiori informazioni nell’articolo Interruttori smart WiFi SONOFF in offerta su eBay: per gestire i dispositivi in modalità remota).
Sempre a marchio Sonoff, sono disponibili anche diversi sensori smart per il rilevamento della temperatura e del livello di umidità.
Esistono poi sensori smart che rilevano l’apertura o la chiusura di porte e finestre o l’ingresso/uscita in una determinata area.
Tra i sensori più trascurati ci sono quelli capaci di rilevare perdite di acqua: quello di Wasserstein è un dispositivo molto utile per scongiurare danni gravi nelle aree in cui si utilizzassero apparecchiature potenzialmente soggette a malfunzionamento. Dove si usano accumuli di acqua, galleggianti, autoclavi, l’utilizzo di un sensore risulta fondamentale.
Tra i sensori, utilissimi quelli IR che – oltre al modulo a infrarossi – si collegano via WiFi al router e permettono di gestire da remoto qualunque prodotto comandabile tramite telecomando di tipo tradizionale. Di recente abbiamo presentato i prodotti illustrati negli articoli Telecomando IR WiFi permette di controllare da remoto qualunque dispositivo o gestirlo con i comandi vocali e Controllare da remoto qualunque dispositivo dotato di telecomando a infrarossi mentre in passato abbiamo pubblicato una guida all’uso di un dispositivo dal principio di funzionamento assolutamente identico: Comandare a distanza climatizzatore, sistemi audio e illuminazione.
4) Prese elettriche intelligenti e interruttori smart
Il mercato offre una vasta scelta di prese elettriche smart: esse si collegano via WiFi alla rete Internet e permettono di accendere o spegnere qualunque dispositivo a distanza. In passato ne abbiamo presentate diverse; ecco alcuni modelli: multipresa Amazon.
Per automatizzare casa o ufficio, interessantissimi sono i moduli Shelly, tutti dotati di supporto WiFi, consentono di gestire qualunque tipo di esigenza: dal sistema di illuminazione, all’apertura o chiusura di tende e persiane, dal controllo della temperatura e dei sistemi di condizionamento dell’aria alla videosorveglianza.
5) Campanelli intelligenti comandabili a distanza
Anche su Amazon sono disponibili prodotti come il campanello smart Ring 2 che permette di rispondere sia quando si fosse in casa che a distanza. La presenza della videocamera consente di controllare (in qualità Full HD 1080p) chi ha suonato al campanello, ovunque ci si trovi.
Come nota finale, va detto che è sempre bene orientarsi su dispositivi realizzati da produttori ben conosciuti ricordandosi di mantenerne sempre aggiornato il firmware, evitando di esporre porte sull’IP pubblico e seguendo i consigli riportati nell’articolo Come collegare dispositivi insicuri o non affidabili alla rete locale.