A metà aprile avevamo dato la notizia del progetto di Microsoft di realizzare una versione di Skype interamente funzionante dal browser web (vedere l’articolo Microsoft trasformerà Skype in un’applicazione web). L’indiscrezione era giunta esaminando gli ultimi annunci di lavoro pubblicati sul sito del colosso di Redmond. Microsoft, infatti, spiegava di essere alla ricerca di esperti, appassionati e motivati in grado di aiutare i suoi tecnici a portare Skype sul web, superando così il concetto di applicazione a sé stante.
Emerge adesso un’ulteriore novità: tra gli annunci d’impiego in Microsoft è spuntata una nuova posizione. La società di Redmond è in cerca di uno sviluppatore software, che lavorerà sia presso gli uffici di Londra che a Palo Alto, in California. Egli avrà il compito di realizzare un’architettura software compatibile con le specifiche utilizzate dalla tecnologia WebRTC.
La notizia è un vero e proprio scoop. WebRTC (“Web Real-Time Communications“) definisce delle semplici API JavaScript per l’attivazione e la fruizione delle più evolute funzionalità di comunicazione audio e video da un qualunque browser web. Da molti WebRTC è stato definito come l’anti-Skype perché di fatto estende l’infrastruttura sulla quale si basa il browser introducendo funzionalità per colloquiare in tempo reale in modalità vocale od in videoconferenza. Il browser non dovrà mai essere chiuso e tutte le comunicazioni poggeranno sul prodotto che solitamente si utilizza solo per “navigare” sul web.
Google, Mozilla, Opera e Microsoft stanno esortando il W3C affinché WebRTC venga approvato come standard. Una simile decisione avrebbe un effetto pressoché immediato: l’inclusione della tecnologia in tutti i principali browser web disponibili sul mercato.
Microsoft sembra quindi voler non perdere il passo con Google, che molto ha investito sulla tecnologia WebRTC, ed addirittura sembra voler sorprendere rilasciando una versione di Skype basata su WebRTC. La tecnologia è sempre più motivo d’interesse per i vari produttori di browser perché, da un lato, essa è stata “aperta” da Google, che l’ha ereditata dopo l’acquisizione di Global IP Solutions, nel 2010, e dall’altro consente di “legare” sempre più l’utente al programma che abitualmente impiega per “navigare” in Rete.
Se Skype venisse proposto anche “in salsa WebRTC”, ciò potrebbe significare una migliore integrazione con i vari servizi di messaggistica ed i client VoIP della concorrenza.
Skype, interrogata sulla possibile adozione della tecnologia WebRTC, attraverso le parole di Brian O’Shaughnessy, non ha negato la cosa preferendo puntualizzare che, almeno per adesso, non ci sono commenti da fare.