Dal 1° luglio 2019 i conducenti di veicoli immatricolati in Italia, o immatricolati all’estero e condotti da residenti in Italia, quando trasportano un bambino di età inferiore a quattro anni dovranno obbligatoriamente utilizzare un apposito dispositivo di allarme volto a prevenire l’abbandono del bambino.
Dopo il “via libera” della Camera, anche il Senato ha espresso il suo parere favorevole all’entrata in vigore di un disegno di legge del quale si è parlato tanto nei mesi scorsi e che ha come fine ultimo quello di scongiurare i casi di abbandono in auto dei bambini.
Nel corso degli ultimi anni, nel nostro Paese come all’estero, si sono registrati casi incredibili come quelli di genitori che dimenticano il figlio in un’autovettura parcheggiata sotto il sole cocente. Si tratta di incidenti che spesso hanno un epilogo drammatico e che sono frutto di processi mentali disorientati, di disturbi neurologici.
Il legislatore ha quindi deciso di intervenire per scongiurare il ripetersi di errori che possono rivelarsi fatali.
Nell’atto del Senato n. 766 è possibile trovare il testo approvato in bozza che, a sua volta, prende le mosse dalla proposta di legge C 651 presentata alla Camera a fine maggio scorso.
Dal 1° luglio prossimo, quindi, chi accoglie in auto bambini di età inferiore a quattro anni dovrà dotarsi di un seggiolino o di un dispositivo che si occuperà di segnalare adeguatamente la presenza del bimbo allo spegnimento del motore, all’apertura delle portiere, al momento del disallaccio delle cinture o dell’allontamento del conducente dal veicolo.
“Le soluzioni possono essere varie e vanno dal dotare i seggiolini per il trasporto dei bambini in auto di segnalatori acustici e luminosi, all’installazione di sensori di rilevazione
del peso del bimbo sul sedile che scattano quando il motore viene spento, la cintura del conducente slacciata o lo sportello aperto, all’invio di SMS a cellulari preindicati“, si legge.
Allo stato attuale non v’è quindi certezza sulle soluzioni ritenute idonee per prevenire l’abbandono dei bambini in auto.
Spetterà infatti al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti definire, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, le caratteristiche tecnico-costruttive e funzionali dei dispositivi anti abbandono.
Per adesso si sa solamente che chi non si metterà in regola entro il 1° luglio del prossimo anno rischierà una sanzione compresa tra 81 e 326 euro. In caso di recidiva nei due anni successivi alla data di contestazione della violazione, è prevista la sospensione della patente per un periodo di tempo compreso tra 15 giorni e due mesi.
Al momento neppure il mercato non sembra prontissimo ad affrontare l’entrata in vigore della nuova legge.
Chicco (Artsana) e Samsung hanno presentato il sistema Bebècare per seggiolini antiabbandono (ad esempio i modelli Oasys 0+ e Oasys i-Size) ma in commercio ci sono anche smart pad e braccialetti come quelli di Semiperdo, Tippy e Remmy acquistabili da parte di chi non vuole sostituire il seggiolino tradizionale.
Nella maggior parte dei casi si tratta di dispositivi che dispongono di uno o più sensori, rilevano il peso del bambino una volta posto a sedere sul seggiolino e inviano una notifica allo spegnimento del motore dell’auto o in caso di allontanamento.
Le soluzioni basate sull’utilizzo dello standard Bluetooth destano certamente qualche punto interrogativo: cosa succede se il modulo Bluetooth risulta disattivato lato smartphone?
Quando il seggiolino smart, lo smart pad o il braccialetto non rilevano più la presenza nelle vicinanze dello smartphone conosciuto (e accoppiato in fase di configurazione), viene inviata una notifica ma cosa accade quando il bambino venisse posizionato in macchina a Bluetooth spento? L’abbiamo chiesto alle aziende produttrici.
Il rischio è infatti che la sicurezza del sistema salva bebè sia influenzata, ancora una volta, dal “fattore umano”.
Chicco ci ha risposto che “se il Bluetooth dello smartphone è acceso, il pairing avviene in pochi secondi; se il Bluetooth dello smartphone fosse invece spento, la connessione non può avvenire quindi il sistema BebèCare di fatto risulta “disabilitato”. In ogni caso, l’app BebèCare installata sul dispositivo mobile avvisa sempre l’utente con una notifica/warning se il Bluetooth del cellulare è spento, invitandolo ad attivarlo“.
I sensori collegati alla presa accendisigari usano invece un principio diverso rispetto a quello di prossimità di un device collegato: essi rilevano il calo di tensione al momento dello spegnimento del motore e avvisano il conducente nel momento in cui il bimbo dovesse essere lasciato sul seggiolino.
Con i modelli di auto dotati di sistema Start&Stop si può verificare qualche problema a seconda che la presa accendisigari rimanga sotto tensione o meno allo spegnimento automatico del motore, ad esempio, mentre si è fermi al semaforo o in coda. In questi casi, a seconda del modello della propria vettura, il produttore di Remmy si impegna ad esempio a ritirare il prodotto base fornendo una versione adeguata.
Da qui a luglio, dopo la pubblicazione dei chiarimenti tecnici da parte del Ministero, si registrerà di certo la presentazione sul mercato di una vasta gamma di nuovi dispositivi. Anche il settore automotive certamente si attrezzerà in maniera adeguata offrendo sistemi integrati in auto che in caso di mancato slaccio delle cinture sul seggiolino smart riproducano immediatamente un segnale di allerta.
Nel testo approvato dal Parlamento sono previsti incentivi (forse fino a 200 euro), limitati nel tempo e nel rispetto della normativa europea, volti ad aiutare le famiglie a dotarsi dei dispositivi di sicurezza adeguati.
Rimane invariato l’obbligo previsto dall’articolo 172 del Codice della Strada, adesso parzialmente modificato nel contenuto, che impone l’obbligo di trasportare in auto i bambini fino a 150 centimetri di altezza con sistemi di ritenuta.