Western Digital aveva annunciato appena due settimane fa i suoi progetti per estendere la capacità degli hard disk magnetomeccanici da qui al 2025.
L’azienda californiana ha parlato della tecnologia (MAMR, Microwave Assisted Magnetic Recording) come la chiave di volta per commercializzare dischi fissi da 40 TB entro il 2025: Western Digital presenta la tecnologia MAMR per aumentare la capacità degli hard disk.
Nel frattempo, gli ingegneri di Western Digital continueranno a perfezionare la tecnologia PMR (Perpendicular Magnetic Recording) arrivando a produrre hard disk da 20 TB entro la fine del 2020.
Per tutta risposta, Seagate ha in queste ore fatto sapere che investirà sullo sviluppo della tecnologia HAMR che da Western Digital viene oggi considerata troppo complessa e costosa da gestire.
HAMR, acronimo di Heat-Assisted Magnetic Recording, permette di registrare dati magneticamente con un’alta stabilità usando un laser termico.
Il laser modifica lo stato fisico delle celle di memoria e diventa possibile memorizzare gruppi di bit in un’area più piccola senza esporsi agli stessi effetti del superparamagnetismo che affliggono gli hard disk tradizionali.
Seagate ha comunicato che sarà in grado di presentare il primo disco fisso HAMR da 20 TB già nel 2018, battendo così la concorrenza. Il traguardo che Western Digital si è prefisso, invece, può essere addirittura superato nel 2023 con il rilascio del primo hard disk al mondo da 40 TB.
Sempre stando a quanto dichiarato dai portavoce dell’azienda di Cupertino, il consumo energetico dei nuovi hard disk HAMR non supererebbe comunque gli 8 W e i dischi avrebbero una durabilità dell’ordine dei 2 Petabyte.
Sebbene di primo acchito possa sembrare così, quella tra Western Digital e Seagate non è una gara tra chi sfoggia i numeri più reboanti e gli obiettivi più ambiziosi.
Con il costo delle unità SSD che non accenna a decrescere, gli hard disk continueranno ad avere lunga vita nel corso del prossimo decennio (se le unità a stato solido costano oltre 30 centesimi a gigabyte, i dischi fissi si pagano 3-4 centesimi a gigabyte).