Scegliere il provider Internet o cambiare il fornitore di connettività, sia essa offerta mediante ADSL oppure utilizzando tecnologie “alternative” non è mai semplice. Sono infatti molteplici i fattori da considerare prima di scegliere il provider Internet che, molto probabilmente, più si avvicina alle proprie esigenze.
L’elemento “costo” è sicuramente uno dei fattori che maggiormente incidono ma sul piatto della bilancia va innanzi tutto posto l’aspetto legato alle performance. È infatti pressoché inutile attivare una connessione ADSL che offre una velocità in download pari a diversi Megabit/s se gli apparati installati in centrale sono quasi saturi in termini di banda occupata dai vari utenti. Allo stesso modo, è altrettanto inutile attivare un collegamento da 20 Mbit/s o più in downstream se la connessione si utilizza, di solito, per effettuare operazioni da ufficio.
Le normali ADSL su doppino telefonico difficilmente consentono di arrivare a 20 Mbit/s perché, come più volte sottolineato, le performance della connessione dipendono in larga parte, innanzi tutto, dalla distanza dell’utenza finale dalla centrale.
Nell’articolo Distanza dalla centrale ADSL: ecco come calcolarla abbiamo spiegato quanto incide la lontananza della centrale ADSL sulla velocità della connessione (molto!) e presentato i principali parametri che permettono di verificare la qualità della connessione Internet.
Oltre alla distanza dalla centrale ADSL, le prestazioni della connessione Internet a banda larga sono influenzate anche dal numero di utenti attestati sui dispositivi DSLAM installati in centrale.
All’interno dell’articolo Connessione Internet lenta: come diagnosticare e risolvere il problema si è visto come la saturazione delle risorse disponibili in centrale impattino negativamente sulla velocità di trasferimento dati raggiungibile.
Nel caso di Telecom Italia, alcuni fogli elettronici periodicamente pubblicati ed aggiornati sul sito web “Wholesale” permettono di stabilire se la centrale di appartenenza sia satura in termini di banda (oppure di porte).
Anche temporanei problemi di congestione di rete oppure limitazioni in banda sui server di destinazione possono portare al download di dati ad una velocità anche di molto inferiore rispetto a quella teorica proposta nella descrizione dell’offerta tariffaria sottoscritta con il provider Internet.
Nell’articolo Connessione Internet lenta: come diagnosticare e risolvere il problema abbiamo presentato una serie di metodologie e di strumenti che permettono di stabilire con buona approssimazione ove risieda il problema nel caso in cui ci si trovi a lavorare con una connessione a banda larga che disattende le aspettative.
L’aver a disposizione oggi una connessione a banda larga che, sulla carta, garantisce un throughput dell’ordine delle decine di Megabit/s è praticamente inutile sia perché difficilmente si raggiungerà la velocità di trasferimento dati massima dichiarata sia perché è raro aver la necessità di scaricare dati, per intere giornate, a ritmi così intensi.
Tipicamente, la connessione a banda larga “always on”, come è oggi generalmente ADSL, viene poco sfruttata se si effettua un paragone con le sue massime potenzialità. Ecco perché qualcuno sta già pensando a “riciclare” la banda inutilizzata (BeWifi, per condividere la connessione Internet via WiFi).
Le applicazioni solitamente più esose in termini di banda sono quelle che permettono di effettuare lo streaming video. Tipicamente, però, un collegamento a banda larga che permetta di trasferire almeno 4 Mbit/s permette di visualizzare in modo adeguato flussi video in streaming che abbiano una risoluzione 720p HD.
Tra 5 e 9 Mbit/s, invece, sono tipicamente richiesti per visualizzare, senza interruzioni, un video in streaming 1080p con audio e video HD.
Tutti i servizi di streaming video online, tuttavia, integrano sistemi di fallback e meccanismi adattativi che si adeguano alle performance garantite in un certo istante dalla collegamento a banda larga dell’utente.
Anche in questo caso, però, non serve disporre, sulla carta, di una connessione con un valore massimo dichiarato di throughput pari a parecchi Megabit/s. È invece importante che fra la propria postazione ed il server remoto (che distribuisce il video in streaming) non vi sia congestione. Ed il problema, come evidenziato nell’articolo Connessione Internet lenta: come diagnosticare e risolvere il problema può non essere riconducibile al provider Internet scelto ma può dipendere, ad esempio, da difficoltà in fase di routing (instradamento dei pacchetti dati) oppure da questioni tecniche (banda di rete in saturazione) lato server.
Considerata la criticità dell’applicazione streaming video, di recente Google ha annunciato che valuterà i provider di tutto il mondo sulla base della loro abilità nell’instradamento, verso gli utenti, dei flussi multimediali. Come riferimento saranno presi in considerazione le informazioni quotidianamente raccolte da Google durante l’erogazione del servizio YouTube (Google valuterà i provider Internet durante lo streaming da YouTube.
Al momento Google non fornisce alcun giudizio sui provider “nostrani” essendo per ora il servizio limitato ai soli utenti d’Oltreoceano. Presto, però, il colosso di Mountain View potrà stilare la pagella dei “buoni” e dei “cattivi” anche in Italia.
Come abbiamo precedentemente osservato, il servizio YouTube Video Quality Report è secondo noi una risposta diretta a tutti quei provider che hanno minacciato di ridurre le performance durante la gestione dei flussi video rilevando questa attività come una fra le più onerose (Neutralità della rete a rischio: velocità per chi paga di più).
In attesa che Google porti il suo YouTube Video Quality Report anche in Italia (vedere il sito ufficiale), per avere un’idea delle performance garantite dai provider Internet operanti nel nostro Paese, è possibile documentarsi sui seguenti servizi:
– Misura Internet AGCOM
Il sito web Misura Internet, voluto da AGCOM e gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni, propone due strumenti: Ne.Me.Sys. ed un benchmark di tipo tradizionale. I risultati delle misurazioni effettuate ricorrendo a “Ne.Me.Sys.” hanno valore legale. “Nel caso in cui l’utente rilevi valori peggiori rispetto a quanto garantito dall’operatore, il risultato di tale misura costituisce prova di inadempienza contrattuale e può essere utilizzato, come strumento di tutela al fine proporre un reclamo per richiedere il ripristino degli standard minimi garantiti e ove non vengano ristabiliti i livelli di qualità contrattuali, il recesso senza penali“, si ricorda sul sito del progetto.
Abbiamo illustrato in breve il funzionamento dei software Misura Internet nell’articolo Connessione Internet lenta: come diagnosticare e risolvere il problema.
– Test di SOSTariffe
Scorrendo a metà pagina si troverà un riquadro attraverso il quale, previo inserimento del nome del comune d’interesse, si potranno rilevare i fornitori di connettività rivelatisi più performanti nella zona geografica indicata.
Per ottenere le informazioni, è obbligatorio specificare un indirizzo e-mail mentre, per quanto i riguarda i consensi privacy è sufficiente abilitare la prima casella.
– OOKLA NetIndex
I dati di OOKLA NetIndex arrivano direttamente dai risultati raccolti in anni di attività con il celeberrimo tool SpeedTest.
Cliccando su Go to my location quindi autorizzando il browser a consentire la geolocalizzazione dell’utente, si otterrà la lista dei provider più veloci.
Uno dei consigli nella scelta dei provider alternativi consiste nell’individuazione di un fornitore che offra connettività in modalità ULL (Unbundling Local Loop).
Nel caso dell’ULL, infatti, gli operatori forniscono un servizio che è tipicamente svincolato dalle infrastrutture del soggetto dominante. I doppini Telecom Italia, nel caso di una società terza, vengono connessi alla centrale ADSL ed agli apparati DSLAM di quest’ultimo operatore.
Di solito la centrale è comunque di proprietà di Telecom Italia ma le attrezzature degli altri provider vengono installate in una sala a loro dedicata (OLO, Other Licensed Operators).
Viceversa, quando si parla di connessioni Bitstream o Wholesale, l’operatore dominante mette a disposizione le sue attrezzature per offrire capacità trasmissiva fra la postazione dell’utente finale ed il cosiddetto “punto di interconnessione” (o POP) dell’altro operatore.
Gran parte dei servizi che permettono di verificare la copertura ADSL dei vari operatori consentono di stabilire (anche se l’indicazione va spesso interpretata) se il servizio di connettività venga offerto in modalità bitstream, ULL o, ancora, sia del tutto assente.
Dal punto di vista prestazionale, anche le connessioni wireless (HiperLAN o WiMAX) consentono solitamente di raggiungere valori di performance molto convincenti, non soltanto in termini di banda disponibile ma anche di latenza.
Si tratta di connessioni particolarmente risolutive soprattutto in ambito rurale, in quelle zone d’Italia ancor’oggi non raggiunte da collegamenti ADSL.
Nel caso di HiperLAN e WiMAX, attraverso l’installazione di un’antenna esterna sul tetto della propria abitazione o sulla sede dell’azienda, a condizione che vi sia visibilità ottica senza ostacoli, si possono inviare e ricevere dati ad alta velocità.
L’antenna dovrà essere puntata verso la base station del provider Internet col quale si è stipulato un contratto e l’installazione sarà generalmente effettuata da parte di un tecnico incaricato.
Oltre ai nomi più noti quali NGI EOLO, Linkem, Retelit, Freemax, Mandarin, Aria è importante ricordare che in Italia operano decine di aziende che mettono a disposizione servizi a banda larga in modalità wireless, soprattutto mediante tecnologia HiperLAN. Si tratta di realtà più piccole che comunque, generalmente, offrono un servizio efficiente, di qualità ed all’altezza delle aspettative.
Spesso, inoltre, usufruendo di connessioni HiperLAN o WiMAX si avrà la possibilità di fruire di connettività a banda larga simmetrica: a differenza di ADSL (asimmetrica), i profili di banda in download ed in upload sono uguali o simili garantendo di solito la stessa velocità nel caricamento dei dati, in termini di Megabit/s, che si può avere nell’altra direzione (a costi abbastanza contenuti).
Qualora, per lavoro o per esigenze familiari, si fosse interessati ad una connessione a banda larga a postazione fissa (evitando quindi l’uso di SIM card fornite da operatori di telefonia mobile), il miglior consiglio è quello di effettuare una ricerca in Rete individuando gli operatori HiperLAN e WiMAX eventualmente disponibili in zona.
A livello europeo è la stessa Commissione che vuole vederci chiaro per verificare quanto le prestazioni in fase di trasferimento dati riscontrate dagli utenti siano effettivamente vicine ai valori dichiarati dai provider. L’esperimento Sam Knows si concluderà a fine 2014 (La Commissione Europea monitorerà la banda larga) e permetterà di dipingere un quadro dettagliato.
Altro aspetto da soppesare è quello relativo all’applicazione, da parte di alcuni provider, di filtri sui pacchetti scambiati.
Nel nostro articolo Scoprire se il provider limita la banda o il traffico dati della connessione Internet, abbiamo presentato tutti gli strumenti che consentono di prendere in esame il problema.