Da quando gli sviluppatori di browser web hanno scelto di abbandonare i vecchi plugin NPAPI, peraltro diventate ormai una spina nel fianco in fatto di sicurezza (Firefox non supporterà Flash e i plugin NPAPI), scaricare video dalle piattaforme di streaming online è diventato oggi addirittura molto più semplice che in passato. In passato si utilizzavano “contenitori” in formato Flash e Silverlight per la visualizzazione dei contenuti multimediali, oggi non più supportati.
La scelta di dismettere i vecchi plugin ha spronato i gestori di molte servizi di streaming online a orientarsi sull’utilizzo di piattaforme più aperte per la distribuzione e la condivisione dei video.
Alcuni servizi consentono di salvare il video anche in locale ma, soprattutto nel caso di quelli protetti mediante sistemi DRM (Digital Rights Management), non risulta possibile utilizzarli fuori dall’applicazione che li ha creati e salvati in modalità offline.
Escludendo i contenuti protetti mediante l’utilizzo di sistemi DRM, le piattaforme online più note comunque non permettono di scaricare i file in locale obbligando a visualizzarli solamente in streaming e quindi solo quando risulta attiva una connessione di rete.
Servizi online come Pasty oppure SaveClip (basta cercare su Google) consentono comunque di scaricare video da Internet o meglio dai siti web delle principali piattaforme online. Entrambi i servizi citati richiedono soltanto che l’utente incolli nell’apposita casella l’URL completo che il browser mostra durante la visualizzazione del contenuto in streaming.
Il servizio penserà a riconoscere automaticamente il link e, istantaneamente oppure dopo un’attesa di alcuni secondi, a proporre all’utente una lista di indirizzi da cui scaricare il video, in vari formati.
Spesso vengono proposte più alternative: tutti i file generalmente puntano a file in formato MP4 immediatamente riproducibili con VLC, con Windows Media Player o con qualunque riproduttore multimediale non appena scaricati ma è possibile attivare la conversione in tempo reale in altri formati.
Di solito, un 1080 finale nel nome del file lascia intendere che si tratta di un video in formato Full HD (1080p ovvero 1920 x 1080 pixel); l’indicazione 720 si riferisce a un video HD 720p (1280 x 720 pixel).
Viceversa, indicazioni come 1800 oppure 2400 fanno riferimento a risoluzioni video decisamente superiori. L’appellativo 4K indica l’approssimazione della sua risoluzione 4096 pixel orizzontali. Con le risoluzioni 2K, 4K e 8K, tuttavia, si è abbandonata la vecchia convenzione: con 720p e 1080p si fa riferimento al numero di pixel in verticale mentre con 2K, 4K e 8K ci si riferisce ai pixel in orizzontale. Le indicazioni 1800, 2400 e similari fanno evidentemente riferimento sempre ai pixel in verticale.
Nel quadro della convenzione precedente, un 4K UHDTV sarebbe equivalente a 2160p.
Per scaricare da Pasty non bisogna cliccare subito su uno dei link offerti ma farvi clic con il tasto destro del mouse quindi scegliere, nel menu contestuale, la voce Salva link con nome in Chrome, Salva destinazione con nome in Firefox oppure Salva oggetto con nome in Edge. Non appena comparirà la finestra di dialogo Salva con nome, basterà rinominare il video avendo però cura di conservare l’estensione .MP4.
Pasty consente anche di scaricare, ove disponibili, i sottotitoli del video indicato in formato SRT, gestibili essi stessi con l’ottimo VLC.
Purtroppo i servizi online facili da usare che permettono di scaricare video da qualche tempo a questa parte tendono ad aprire finestre a comparsa e propongono messaggi pubblicitari dal contenuto quanto meno dubbio. Suggeriamo quindi di utilizzare la versione più aggiornata di Tor Browser per navigare su questi siti.
Tor Browser (vedere Tor Browser, cos’è e come funziona la nuova versione del programma) include infatti tutto il necessario per evitare la comparsa di schermate indesiderate.
Infine, il noto Video Downloader, distribuito sotto forma di estensione per Google Chrome e Mozilla Firefox, permette di riconoscere automaticamente tutti i contenuti multimediali eventualmente presenti in una pagina web offrendo in bella evidenza gli URL dei video.
Sono legali i servizi e i programmi per scaricare video da Internet?
I tanti servizi online che permettono di scaricare video da Internet di per sé sono assolutamente legali. Semmai può non essere legale l’utilizzo che se ne fa: prima di scaricare video dalle varie piattaforme online, quindi, è fondamentale esaminare quanto previsto nelle condizioni di utilizzo.
Molte piattaforme sono ormai solite tenere un comportamento asimmetrico: da un lato si acquisiscono contrattualmente i diritti da parte degli autori dei contenuti per la distribuzione degli stessi e l’eventuale loro riutilizzo esente da royalty, dall’altro però si vieta agli utenti fruitori di scaricarli, copiarli e riprodurli senza previo consenso scritto.
In molti casi, sempre nelle condizioni di utilizzo del servizio, viene esplicitato che i contenuti sono resi disponibili per una visione in tempo reale (streaming) e non sono invece disponibili per il download (sia permanente che temporaneo) né per essere copiati e/o conservati insieme con altre restrizioni.
Suggeriamo quindi di esaminare attentamente le condizioni di utilizzo di ciascun servizio inserendo ad esempio, nella casella di ricerca di Google, il nome della piattaforma seguito da terms of use, termini di utilizzo oppure termini di servizio.
La giurisprudenza italiana si è più volta espressa sul tema stabilendo che la mancata osservazione delle condizioni contrattuali come quelle precedentemente citate si configura come un illecito civile e non come un reato vero e proprio.
Il reato si consuma invece quando un utente condividesse i video scaricati (i.e. attraverso strumenti peer-to-peer) o comunque li utilizzasse a scopo di lucro, anche per conseguirne un semplice arricchimento personale.
Già oggi a carico di chi condivide contenuti coperti da copyright senza averne titolo, sono previste sanzioni amministrative da 2.582 a 15.493 oltre alla reclusione da 1 a 4 anni. Per chi condivide senza fini di lucro le sanzioni sono comprese tra 51 e 2.065 euro.
La nuova normativa europea in materia di tutela del diritto d’autore potrebbe inasprire le sanzioni e porre nuovi obblighi in capo alle piattaforme web e ai provider.