Nel nostro articolo Hard disk: cosa cambia con la tecnologia SMR abbiamo detto che la tecnologia SMR (shingled magnetic recording) ha permesso ai principali produttori di dischi fissi di immettere sul mercato dispositivi capaci di offrire maggiori possibilità di memorizzazione dei dati a fronte di un prezzo più basso. Purtuttavia, gli hard disk SMR non si adattano a tutti i campi di utilizzo.
Western Digital, Seagate e Toshiba, tuttavia, non chiariscono quali hard disk usano la tecnologia SMR e quali invece CMR (Conventional Magnetic Recording). Lo sanno bene alcuni utenti che in questi giorni hanno sollevato un vero e proprio vespaio dopo aver scoperto che unità disco sulla carta destinabili ad attività di scrittura impegnative (utilizzate ad esempio su NAS o comunque in configurazioni RAID) presentavano prestazioni ridotte, restituivano errori o evidenziavano improvvisi malfunzionamenti.
I dischi rigidi che utilizzano la tecnologia SMR offrono una maggiore densità di dati per piatto perché le tracce sono scritte “una sopra l’altra” usando una struttura “a tegola”. Questo schema consente al produttore di risparmiare sui costi di produzione riversando tale economicità anche sui consumatori, almeno in parte. La soluzione tecnica adottata si traduce però in prestazioni inferiori: quando un hard disk SMR è usato in configurazioni RAID si verificano problemi di parità con conseguente perdita di dati.
I problemi sono dovuti al fatto che le unità SMR dispongono di una cache che si adopera per gestire le situazioni temporanee in cui v’è la necessità di velocizzare le prestazioni: i dati vengono conservati in quest’area per poi essere successivamente smistati sul disco. Quando l’utilizzo della cache diventa intensivo, allora possono presentarsi situazioni anomale con l’hard disk che inizia a evidenziare “strani” comportamenti.
Dopo le proteste incassate in questi giorni Western Digital e Seagate hanno cominciato a fare un po’ di chiarezza.
Western Digital, ad esempio, ha fornito la lista aggiornata al 22 aprile 2020 dei sui hard disk che usano la tecnologia SMR.
Tabella riassuntiva preparata e pubblicata da Western Digital.
Nel caso di Western Digital tutti gli hard disk da 3,5 pollici da 1 TB o meno sono di tipo CMR.
I WD Red da 2 a 6 TB da 3,5 pollici sono SMR mentre i WD Blue con le stesse caratteristiche di base possono essere CMR o SMR. Sempre nella “fascia” da 2 a 6 TB, invece, i Red Pro, Black e Purple sono solo CMR. Oltre gli 8 TB Western Digital produce solamente hard disk CMR.
Passando al fattore di forma pari a 2,5 pollici, sotto i 500 GB tutti gli hard disk Western Digital sono CMR mentre i WD Blue da 1 e 2 TB sono di tipo SMR, come i WD Black da 1 TB.
Ora sappiamo quindi che non sono solo i dischi WD Red poggiano sulla tecnologia SMR ma anche molti dischi WD Blue e WD Black da 1 TB e 2,5 pollici sono SMR.
In questa nota ufficiale Western Digital mette nero su bianco che gli hard disk SMR “devono essere fatti riposare”.
Nello specifico, il meccanismo chiamato drive-managed SMR (DMSMR) si attiva quando il disco è a riposo: quando l’hard disk venisse sovraccaricato e non si desse a DMSMR il tempo di svolgere il suo lavoro si verificherà un calo delle prestazioni. Viene però addossata la responsabilità agli utenti che utilizzano l’unità oltre le sue specifiche.
Il problema di fondo però permane: gli acquirenti non sono a nostro avviso messi nelle condizioni di operare una scelta oculata perché il produttore non indica chiaramente la tecnologia utilizzata (SMR o CMR). Adesso Western Digital ha diradato la nebbia ma fino a ieri alcuni utenti hanno di fatto acquistato in modo non pienamente consapevole.
Inoltre, quali sono le caratteristiche dei carichi di lavoro che ciascuna unità SMR non può sopportare? Al momento non è dato saperlo.
Come abbiamo spiegato nell’articolo Western Digital: differenza tra hard disk e SSD Blue, Green, Red, Black, Purple e Gold, i WD Red dovrebbero poter essere utilizzati con tranquillità sui sistemi NAS: allora perché scegliere la soluzione SMR?
Western Digital ha spiegato che i WD Red da 2-6 TB sono destinati a utilizzi SOHO (Small Office Home Office) e che per le applicazioni più intensive la scelta deve ricadere sui WD Red Pro.
Va detto però che praticamente tutti si servono oggi dello schema RAID con qualunque NAS che non sia un semplice entry-level da due soldi.
“In genere specifichiamo i casi d’uso e i parametri delle prestazioni e non sempre parliamo di cosa c’è sotto il cofano“, scrive Western Digital, detentrice anche della proprietà di HGST (ex Hitachi Global Storage Technologies), che comunque conclude con una “mano tesa”: “sappiamo che affidate i vostri dati ai nostri prodotti e non prendiamo questa cosa alla leggera. Se avete acquistato un’unità WD Red, chiamate il nostro servizio clienti nel caso in cui aveste problemi di prestazioni o altre difficoltà tecniche. Avremo delle opzioni da presentarvi. Siamo qui per aiutarvi“.
Western Digital ha inoltre specificato come i dischi 2-6 TB Red sono indicati per applicazioni small office home office.
Seagate, da parte sua, ha confermato di usare la tecnologia SMR sui dischi destinati al mercato desktop ma sostiene di usare soltanto l’architettura CMR per i prodotti concepiti per l’installazione entro sistemi NAS.
La posizione di Toshiba
Toshiba, da parte sua, è intervenuta inviandoci una nota in redazione che riassume il punto di vista dell’azienda. Innanzi tutto si fa presente che l’introduzione della tecnologia SMR ha permesso ai produttori di hard disk, come Toshiba, di aumentare la capacità delle proprie unità disco e di superare gli standard di prestazione attuali. La tecnologia SMR è nota per l’impatto che ha sulle velocità di scrittura nelle unità in cui questo sistema viene utilizzato, soprattutto nel caso di scrittura casuale continua. “Per questo motivo, i prodotti Toshiba sono accuratamente personalizzati in base a carichi di lavoro e applicazioni specifiche“, si legge.
Toshiba osserva anche che nei suoi prodotti impiegati per i NAS, dove avviene regolarmente la scrittura casuale continua, come la serie N300, non viene utilizzata la tecnologia SMR e offre una lista dei prodotti che utilizzano la soluzione SMR:
– La serie P300 Desktop PC Hard Drive, che è la linea di prodotti pensata per l’applicazione in unità client, come i PC all-in-one e i PC desktop.
Nella gamma attuale, le seguenti unità utilizzano la tecnologia SMR:
P300 6TB – HDWD260UZSVA (Bulk)
P300 4TB – HDWD240UZSVA (Bulk)
– La serie L200 Laptop PC Hard Drive, che è la linea di prodotti per l’applicazione in unità client, come PC notebook, console di gioco, e alloggiamenti esterni, e così via.
Anche i seguenti drive utilizzano la tecnologia SMR:
L200 2TB – HDWL120UZSVA (Bulk), HDWL120EZSTA (Retail), HDWL120XZSTA (Retail)
L200 1TB – HDWL110UZSVA (Bulk), HDWL110EZSTA (Retail), HDWL110XZSTA (Retail)
“Toshiba collabora costantemente con i fornitori di PC notebook e desktop per la selezione dei supporti di memorizzazione appropriati, al fine di garantire l’integrità dei dati, l’affidabilità e i requisiti di durata pianificati dal sistema“, conclude la nota. Per maggiori informazioni e per avere una panoramica completa dell’unità più adatta alle proprie esigenze, è possibile visitare queste pagine sul sito dedicato allo storage Toshiba.