Microsoft ha saputo uscire dalla situazione di impasse che era diventata critica durante l'”amministrazione Steve Ballmer” conclusasi nel 2014 con l’insediamento del nuovo CEO Satya Nadella.
La società di Redmond è stata in grado di tornare ai fasti di un tempo grazie agli investimenti fatti sul cloud e in particolare sulla piattaforma Azure con un cambio di visione sull’opensource e su Linux che si è rivelato vincente perché ha contribuito al business dell’azienda. Tanto che l’anno scorso Microsoft ammise platealmente di aver sbagliato valutazione sull’opensource.
Con il preciso obiettivo di riconoscere i meriti di Nadella nel guidare Microsoft verso il cambiamento, dopo sette anni in cui il CEO ha permesso all’azienda di tornare a una crescita sostenuta con obiettivi chiari e una “visione” rivelatasi convincente, il consiglio di amministrazione ha deciso di nominarlo presidente.
Satya Nadella è il terzo presidente della storia di Microsoft dopo Bill Gates e John W. Thompson che subentrò al cofondatore della società nel 2014, proprio nel periodo più nero, quando Ballmer fu messo alla porta.
Nadella è la seconda persona in Microsoft a ricoprire entrambi gli incarichi, quello di CEO e presidente, esattamente come Gates. Egli a questo punto avrà ancora maggiore libertà d’azione e sarà ad esempio in grado di fissare gli obiettivi a lungo termine oltre ad avere diretta voce in capitolo sul bilancio.
La visione di Nadella si rafforza ulteriormente e rappresenterà la stella polare per ciò che Microsoft dovrà essere nel corso del prossimo decennio.
Oggi Microsoft è un’azienda che è al mondo seconda per valore soltanto ad Apple. Dopo le acquisizioni di Linkedin e GitHub è facile che la società di Nadella possa essere protagonista di nuove “mosse di mercato” per completare il suo portafoglio e rafforzare il suo core business. Limitandosi a ciò che serve e conta davvero. Vi ricordate la disastrosa acquisizione di Nokia dell’era Ballmer?