Piccolo inciampo per AMD che prima ha rassicurato gli utenti e poi anticipa il rilascio di nuovi BIOS per la correzione di un problema relativo ai nuovi processori Ryzen 3000.
Sgombriamo il campo dagli equivoci: le CPU Ryzen 3000 sono contraddistinte da un ottimo rapporto qualità-prezzo (vedere anche Processori AMD Ryzen 3000: verificare che il BIOS della scheda madre sia aggiornato). Possiamo senza dubbio considerare questi processori come il “best buy” del momento.
Da più parti (e la cosa è stata confermata dal noto overclocker Der8auer in questo video pubblicato su YouTube) è stato tuttavia osservato che i Ryzen 3000 non riuscirebbero a raggiungere le frequenze di boost pubblicizzate da AMD. E ciò anche in condizioni ottimali.
AMD fa presente che l’ottenimento di una frequenza di boost elevata dipende ovviamente da molte variabili tra cui il carico di lavoro, la progettazione del sistema e la soluzione di raffreddamento ma che nel caso dei Ryzen di terza generazione – dopo un’attenta analisi delle segnalazioni degli utenti – i tecnici della società di Sunnyvale hanno identificato un problema a livello di firmware che riduce la frequenza di boost in alcune situazioni.
I processori che, statisticamente, hanno raggiunto le prestazioni migliori sono i Ryzen 5 3600 mentre in maggiore difficoltà sono apparse le CPU a 12 core.
Va detto che nella maggior parte dei casi si tratta di difformità dell’ordine dei 100 MHz di clock anche se alcuni utenti hanno segnalato discrepanze di maggiore entità.
L’aspetto curioso è che i tecnici AMD hanno rilasciato un aggiornamento di AGESA (AMD Generic Encapsulated Software Architecture) all’inizio di luglio scorso per ridurre la frequenza turbo dei Ryzen 3000 al fine di aumentare la loro prospettiva di vita. La sensazione è che adesso AMD stia per annullare quelle modifiche. Francamente non sappiamo che cosa sia davvero preferibile per gli utenti: meglio una CPU che resti 100 o 200 MHz al di sotto del suo valore di boost teorico oppure che duri un po’ di meno? In ogni caso, ed è questa la contestazione più ricorrente, AMD avrebbe forse dovuto pubblicare valori massimi per le frequenze di boost maggiormente vicini a quelli davvero riscontrabili dagli utenti finali.