Il CEO di Intel Pat Gelsinger ha più volte parlato della nuova strategia Intel Device Manufacturing 2.0 o IDM 2.0 che prevede la produzione di chip x86, ARM e RISC-V per conto terzi.
All’orizzonte c’è però una novità che va ben oltre quanto descritto: Intel aprirà a tutti i produttori hardware interessati le sue licenze per la piattaforma x86.
Come abbiamo visto nell’articolo dedicato alla storia dell’architettura x86 l’accesso alla proprietà intellettuale di Intel da parte di soggetti terzi è stato qualcosa di pressoché impossibile fino ad oggi.
Ma Intel si appresta a un cambiamento epocale, probabilmente il più rivoluzionario da almeno 20 anni a questa parte.
Bob Brennan, vice presidente e general manager Intel Foundry Services, ha spiegato che l’azienda si appresta a varare la sua strategia multi-ISA: per la prima volta Intel fornirà ai clienti Flexible Core e Hard Core. Ovvero?
Nel primo caso si fa riferimento alla logica programmabile, nel secondo alle tecnologie essenziali di Intel che saranno parte integrante di ciascun chip personalizzato.
Perché Intel ora si apre e offre il suo tesoro più prezioso a tutti? Ci sono tre ragioni strategiche principali: da un lato l’azienda vuole rallentare ARM facendo leva sui core Gracemont a basso consumo energetico. Il valore in termini di IPC (istruzioni per ciclo) è largamente a vantaggio di Intel così i produttori possono decidere di usare tali core nei loro chip.
In secondo luogo Intel prova a competere con i principali rivali in settori quali gli smartphone e le console; per terzo mira ad affiancare la sua architettura x86 ad altre piattaforme concorrenti come ARM e RISC-V. Intel permetterà di includere i suoi core x86 in chip che integrano anche core ARM e RISC-V: tutti i core lavoreranno all’unisono ma su chiplet diversi.
Intel offre le sue licenze, il progettista sceglie il tipo di core e ISA per creare un chip x86 compatibile e l’azienda di Santa Clara utilizzerà le sue strutture per produrlo con i suoi processi litografici più maturi, a seconda delle esigenze espresse da ciascun cliente.
È un approccio diverso da quello di ARM e AMD che progettano i chip insieme con il cliente per poi trasmettere il tutto al produttore, ad esempio TSMC, che realizzerà il prodotto nei suoi stabilimenti.
Il primo grande cliente di Intel sarà Qualcomm che beneficerà dell’investimento da oltre 1 miliardo di dollari che Intel ha messo in un fondo di innovazione e progettazione per inserire le architetture x86, ARM e RISC-V in un unico pacchetto.
Quella di Intel è nel complesso una proposta tanto innovativa quanto rischiosa che potrebbe cambiare il corso dell’industria dei SoC come la concepiamo oggi.
La strada sembra però segnata: per dare il via alla strategia IDM 2.0 Intel sta realizzando nuovi impianti produttivi in Ohio con un investimento da 20 miliardi di dollari. Per realizzare gli obiettivi descritti poco sopra Intel potrebbe aumentare lo sforzo economico fino a 100 miliardi di dollari in appena un decennio.