Ciò che fino a qualche tempo fa sembrava fantascienza diventa da oggi possibile anche in Italia. Forse per prepararsi per tempo alle prescrizioni della Commissione Europea in tema di riparabilità degli smartphone e degli altri dispositivi elettronici, Apple fa cadere un tabù: la necessità di rivolgersi ai centri autorizzati della Mela per effettuare qualunque riparazione.
Aderendo al programma Self Service Repair gli utenti finali possono ad esempio comprare il display sostitutivo per un iPhone direttamente da Apple, usare la guida per la riparazione fornita dall’azienda di Cupertino e installarlo in proprio verificandone il funzionamento con gli strumenti e il software diagnostico.
L’annuncio di Apple sulla riparazione “fai da te” è davvero notevole ed è un’apertura senza precedenti a vantaggio dell’intera platea di consumatori.
Stando a quanto annunciato, nella fase iniziale Apple permetterà soltanto la riparazione di iPhone 12 e 13 nonché dei sistemi Mac basati su Apple Silicon (SoC di derivazione ARM) mettendo a disposizione per l’acquisto anche le parti sostitutive come schermo, batteria e fotocamera. Nel complesso sono circa 200 le parti che Apple offre attraverso il suo store online.
Non si sa ancora se sarà possibile utilizzare il software ufficiale di Apple per ripristinare le informazioni sullo stato della batteria, la funzione TrueTone che regola il colore e l’intensità del display in base alla luce ambientale o rimuovere gli avvisi legati a parti che non sono state ordinate da Apple. Ci pare comunque altamente improbabile.
Ad ogni modo poter disporre pubblicamente di informazioni sull’approccio preferito da Apple per la riparazione di ogni singolo componente hardware insieme con i manuali gratuiti è una vittoria che non ha prezzo.
C’è però anche il rovescio della medaglia. Controllando di fatto il mercato delle parti sostitutive Apple potrà anche decidere quando i dispositivi saranno da considerarsi obsoleti.
In passato l’azienda di Tim Cook si è impegnata a fornire parti agli IRP (Independent Repair Provider) per 5-7 anni dopo l’uscita di un dispositivo. Una volta che avranno il controllo totale sulla disponibilità dei pezzi niente impedirà di ridurre la finestra temporale, al netto di un’eventuale normativa adottata dai vari Paesi.
L’unica nazione che ha agito in tal senso è la Francia: qui il legislatore ha prescritto che le parti di ricambio per gli smartphone devono essere disponibili per 5 anni. Attualmente non c’è alcuna norma simile in nessun altro Paese ma l’idea, almeno in sede europea, è quella di guardare proprio in questa direzione.
Il programma di riparazione self-service di Apple è destinato a tecnici esperti che dispongono delle conoscenze e delle competenze per ripristinare il funzionamento dei dispositivi elettronici. L’azienda consiglia comunque, alla maggior parte dei clienti, di fare riferimento a un fornitore di riparazioni professionale certificato.
L’iniziativa Self Service Repair era stata presentata negli Stati Uniti a novembre 2021 e dal 6 dicembre 2022 sbarca in otto Paesi europei, Italia compresa.
Fonte dell’immagine a corredo dell’articolo: Apple.