Venti anni fa nasceva USB (Universal Serial Bus): Lo standard USB compie venti anni). Per quell’epoca, metà anni ’90, si trattò di un’evoluzione davvero notevole. Fino ad allora, infatti, tastiere, mouse, stampanti e joystick venivano connessi al PC solamente usando porte seriali e parallele.
Le versioni 1.x di USB permettevano il trasferimento dei dati a velocità piuttosto ridotte (1,5 Mbps in low speed e a 12 Mbps in full speed).
La versione USB 2.0, decisamente più performante, fu introdotta nel 2000 e permetteva il trasferimento dei dati in high speed fino a 480 Mbps.
USB 2.0 è ancor’oggi ampiamente utilizzata sui sistemi e sui dispositivi più vecchi. Tale versione è stata infatti progressivamente rimpiazzata da USB 3.0, introdotto nel 2010. USB 3.0 consente di spingersi fino alla velocità teorica di 5 Gbps (modalità detta SuperSpeed) anche se poi vari “colli di bottiglia” generalmente impediscono di ottenere le performance migliori possibili.
Nel caso delle unità di memorizzazione USB, ad esempio, le velocità di trasferimento dati sono ampiamente influenzate dalle prestazioni garantite dalla memoria flash.
USB 3.0 mantiene la retrocompatibilità con USB 2.0. Ciò significa che le periferiche USB 2.0 connesse ad una porta USB 3.0 continuano a funzionare regolarmente (alla velocità ridotta consentita dallo standard USB 2.0).
Riconoscere le porte USB
Nell’articolo Quali sono le differenze tra USB 2.0 e USB 3.0? abbiamo messo in evidenza le differenze tra USB 2.0 e USB 3.0.
Per riconoscere le porte USB 2.0 dalle USB 3.0 di solito è sufficiente osservarne il colore: le prime sono nere o grigie mentre le seconde sono blu. Il colore da esaminare è quello della linguetta plastica presente all’interno della porta ed immediatamente visibile con un’osservazione esterna.
A fine luglio 2013, è stata presentata la versione USB 3.1 che introduce la nuova modalità SuperSpeed USB 10 Gbit/s che pone USB in linea con la prima generazione di Thunderbolt, tecnologia sviluppata da Intel in collaborazione con Apple.
Alla modalità SuperSpeed di USB 3.0 viene oggi fatto riferimento anche con l’appellativo USB 3.1 gen 1.
Per la modalità SuperSpeed USB 10 Gbit/s, che di fatto raddoppia la banda SuperSpeed portandola a 10 Gbps vengono spesso usate la denominazioni USB 3.1 gen 2 e SuperSpeed+.
Per porre fine alla grande confusione, l’USB Implementers Forum (abbreviato USB-IF), organizzazione no-profit che si occupa di supportare e promuovere la diffusione di USB, ha deciso di disporre l’applicazione di nuovi loghi ed etichette su cavi e porte USB in modo da distinguerne a colpo d’occhio le varie tipologie.
La presenza del numero “10” indica che la porta USB è una USB 3.1 gen 2, capace di raggiungere velocità teoriche di 10 Gbps durante il trasferimento dati.
La presenza della sola indicazione SuperSpeed o della sigla SS si riferisce all’utilizzo di una porta USB 3.1 gen 1 (fino a 5 Gbps).
I loghi decisi dalla USB-IF sostituiscono il precedente impiego dei colori. Non si trattava di una prassi fissata dall’organizzazione quanto piuttosto di una consuetudine radicata tra i produttori hardware.
Sviluppato pressoché contemporaneamente con le specifiche USB 3.1, USB Type-C definisce un nuovo connettore USB, più piccolo rispetto a quello tradizionale (il Type-A) che è anche reversibile.
Niente più frustrazioni, per gli utenti, nel cercare il verso giusto per collegare un caricatore od un cavo USB al connettore presente sullo smartphone o sul tablet.
Largo 8,4 e alto 2,4 millimetri, il connettore USB Type-C è di poco più grande rispetto al classico MicroUSB.
Le porte USB Type-C possono essere utilizzate anche per consentire il passaggio di energia, e quindi, la ricarica dei dispositivi collegati.
Secondo le direttive approvate dall’USB-IF, una piccola batteria disegnata sotto il logo USB, indica che la porta è di tipo Power Delivery ossia può essere utilizzata per spillare energia.
Le specifiche Power Delivery, supportate sia da USB 3.0 che da USB 3.1, consentono di veicolare un massimo di 20 V a 5 A per un equivalente di 100 W (il precedente limite era 10 W).
I recenti MacBook di Apple e Chromebook Pixel di Google possono per esempio essere ricaricati usando la porta USB, rispettivamente, con 29 e 60 W.
Apple ha recentemente deciso di inserire un connettore USB Type-C sui suoi nuovi MacBook anche per eliminare la necessità di un connettore di alimentazione separato.
Mettendo da parte la questione del connettore (Type-A inseribile in un solo verso; Type-C reversibile), USB 3.1 supporta diversi profili energetici consentendo così la ricarica di un gran numero di dispositivi diversi.
Inoltre, con USB 3.x, utilizzando un solo cavo è d’ora in avanti possibile non soltanto trasferire dati ad alta velocità ma anche alimentare un dispositivo esterno e, ad esempio, far transitare un segnale video.
Con una USB 3.1, quindi, diventa possibile collegare un monitor, alimentarlo ed inviargli il segnale video, anche con risoluzione 4K (grazie al supporto per le specifiche MHL 3).
USB 3.1 e USB Type-C potrebbero quindi essere destinati a sostituire le porte HDMI, DVI e DisplayPort anche se ciò, molto probabilmente, non avverrà nel breve periodo.
Nei cavi tradizionali si usa il connettore Type-A su un lato (quello da collegare al sistema host) mentre il Type-B sull’altro.
Con la denominazione Type-B si fa riferimento a cinque tipologie di connettori: Mini-USB, Micro-USB, Micro-USB 3.0 e Standard-B USB 3.0.
I cavi Type-C possono invece presentare lo stesso connettore in corrispondenza di entrambe le estremità ma si trovano anche adattatori di vario genere.
È comunque bene ricordare che specifiche e connettore non sono indissolubili: come più volte rimarcato, infatti, USB Type-C indica la tipologia di porta che viene utilizzata (fisicamente incompatibile con le altre di tipo A e B) ma possono assolutamente esistere, ad esempio, connettori USB Type-C che usano le vecchie specifiche USB 2.0.
Massima attenzione, quindi, ai cavi ed ai dispositivi che si acquistano.
Come alternativa rispetto a quanto sin qui illustrato o come integrazione, è possibile ricorrere al programma gratuito Temple che mostra i dettagli tecnici delle varie porte USB disponibili sul sistema in uso.
Attenzione ai cavi Type-C
Un ingegnere di Google, Benson Leung ha in questi giorni voluto evidenziare come non tutti i cavi USB Type-C siano uguali.
Facendo riferimento a questa pagina è possibile consultare tutte le recensioni pubblicate da Leung e riferite a molti dei cavi USB Type in vendita su Amazon.
Le specifiche USB Type-C 1.1 permettono l’assorbimento di un massimo di 3 A. Purtuttavia, secondo Leung molti cavi/adattatori da Type-A/Type-B verso Type-C presenterebbero evidenti problemi.
Diversi prodotti attualmente in vendita, infatti, non sarebbero aderenti alle specifiche Type-C (vedere I cavi USB 3.1 Gen 2 Type-C non sono tutti uguali).
In alcuni casi il cliché sarebbe sempre il solito: in molti casi, come spiega Leung, smartphone, tablet o notebook provano ad assorbire 3 A di corrente, più di quanto il cavo (ad esempio da Type-B a Type-C) riesca a gestire.
“Si tratta di un comportamento che può portare al danneggiamento del cavo, dell’hub, del PC o del caricatore“, osserva Leung.
Nella scelta di un adattatore verso Type-C, quindi, il consiglio è sempre quello di dare un’occhiata alle sempre aggiornate a recensioni di Leung.