Un hard disk o un’unità SSD, certo, si può rompere improvvisamente cessando di funzionare. Nella maggior parte dei casi, però, alcune avvisaglie consentono di riconoscere quando l’hard disk sta per rompersi. Si tratta di sintomi piuttosto comuni che permettono di mettere al sicuro i dati prima che sia troppo tardi.
Nel nostro articolo Testare un hard disk: controllare lo stato di salute e se è danneggiato abbiamo fornito tutti gli strumenti per capire quando un hard disk sta per rompersi.
Come già consigliato, è bene non affidarsi alla “fortuna”. Le unità di memorizzazione non sono eterne: sia gli hard disk magnetomeccanici di tipo tradizionale, sia le più recenti unità SSD possono danneggiarsi.
In ambito business è quindi bene attrezzarsi con sistemi configurati in RAID che effettuino automaticamente il mirroring ossia la copia speculare dei dati su un’altra unità: Evitare perdite di dati: come configurare RAID.
In alternativa il nostro suggerimento è quello di utilizzare un server NAS sul quale programmare la copia in automatico dei dati personali o comunque di lavoro salvati sui sistemi connessi alla rete locale.
I server NAS si collegano al router via interfaccia ethernet e consentono di accedere ai file memorizzati dalle varie postazioni o, spesso, anche da remoto (abilitando l’accesso via Internet).
In questa pagina è possibile trovare molti esempi di server NAS. La maggior parte di essi, tuttavia, non include gli hard disk per la memorizzazione dei dati che dovranno quindi essere ordinati separatamente.
Alcuni server NAS “consumer” integrano anche gli hard disk.
Configurati in RAID-1, i NAS permettono di effettuare la copia dei dati sui dischi fissi installati al loro interno. Così facendo, si sarà sicuri di non perdere i propri file: nel caso in cui un disco fisso dovesse danneggiarsi, i file resteranno memorizzati nell’altro hard disk.
Leggere i dati SMART
Per riconoscere un hard disk che sta per rompersi uno dei migliori suggerimenti consiste nell’analizzarne i dati SMART.
SMART è acronimo di “Self Monitoring Analysis and Reporting Technology“: quando la funzionalità è abilitata (controllare che lo sia da BIOS/UEFI; Che cos’è UEFI e quello che c’è da sapere sul nuovo BIOS), l’unità di memorizzazione, durante il suo normale funzionamento, annota costantemente alcuni valori che sono lo specchio del suo stato.
Il sistema di monitoraggio SMART è supportato sia dagli hard disk magnetomeccanici di tipo tradizionale sia dalle più moderne unità a stato solido (SSD).
A questo indirizzo è possibile trovare un’ottima lista dei parametri SMART utilizzati dai dischi fissi.
Interessante è verificare i valori degli attributi evidenziati in rosa nella pagina citata. Si tratta infatti dei parametri che, nel caso di valori anomali, sono sintomo di un imminente malfunzionamento dell’hard disk.
L’identificativo riportato nella prima colonna (ID), una volta annotato, può essere confrontato con le informazioni restituite ad esempio dal programma CrystalDiskInfo, prelevabile gratuitamente cliccando qui.
Download: crystalmark.info
Compatibile con: tutte le versioni di Windows
Licenza: Freeware
Quando i valori attuali si abbassano in maniera marcata avvicinandosi ai valori soglia riportati nella colonna Threshold, ci sono buone probabilità che l’hard disk si stia per rompere.
Di solito è bene analizzare manualmente questi valori anche se programmi come CrystalDiskInfo, che supporta sia hard disk che SSD, si esprimono già con un giudizio. Come spiegato in questa pagina, quando CrystalDiskInfo – nel caso delle unità SSD che utilizzando controller Intel, MTRON, SAMSUNG, Indilinx, SandForce, JMicron JMF61x o Micron – visualizza un messaggio di attenzione, è molto probabile che la vita del supporto di memorizzazione sia inferiore al 10%.
Le impostazioni SMART vengono immesse nell’hard disk o nell’SSD dal produttore. Ogni produttore può definire valori soglia differenti e scegliere set di attributi diversi dagli altri.
Il significato dei parametri più importanti è però quello già visto in precedenza.
Va detto che molti degli attributi SMART sono stati pensati con riferimento agli hard disk tradizionali e non ai più nuovi SSD. Alcuni parametri, quindi, sono utilizzati con un diverso significato nell’ambito degli SSD dal momento che il loro nome non risulta applicabile alle unità SSD. Le unità a stato solido, infatti, non contengono parti meccaniche in movimento e salvano i dati in memorie flash anziché in supporti di tipo magnetico.
A tal proposito, vedere i seguenti articoli:
– Consigli per l’uso dei dischi SSD
– Sostituire hard disk con SSD, come fare senza reinstallare tutto
– Come sostituire hard disk di un notebook con un SSD
I dati SMART sono utilizzati anche dalle aziende di più grandi dimensioni per conoscere in anticipo quando un hard disk potrebbe rompersi e, di conseguenza, per sostituirlo in tempo.
A tal proposito, vi suggeriamo la lettura dell’articolo Quali sono gli hard disk migliori e più affidabili?.
Altri sintomi di un hard disk che sta per rompersi
Spesso, però, non è neppure necessario analizzare i parametri SMART per rendersi conto che un disco fisso sta per rompersi.
La presenza di file indicati come danneggiati, tempi di risposta elevati, trasferimenti di file stranamente molto lenti, soprattutto nel caso di file non eccessivamente pesanti, sono un chiaro sintomo di un malfunzionamento che incombe.
Anche suoni anomali emessi dal disco fisso, nel caso degli hard disk magnetomeccanici, sono un chiaro sintomo di un’evidente anomalia. In questa pagina è possibile trovare qualche interessante esempio.
La presenza di settori danneggiati nel disco fisso è anch’essa sintomo evidente di un più serio malfunzionamento che potrebbe presentarsi a stretto giro.
Nell’articolo Testare un hard disk: controllare lo stato di salute e se è danneggiato, abbiamo presentato gli strumenti che permettono di controllare la presenza di settori fisici danneggiati oppure di errori logici, correggibili.
Nel caso in cui CrystalDiskInfo od altre applicazioni per il monitoraggio del computer (suggeriamo Speccy) dovessero indicare temperature di funzionamento del disco fisso troppo elevate, è possibile valutare l’acquisto di apposite ventole che permettano di abbassarle in maniera efficiente (ecco alcuni esempi dal costo contenutissimo).
Ma quali sono le temperature ottimali per il funzionamento dell’hard disk?
Le temperature da preferire sono comprese tra 35 e 40 °C. Oltre i 45 °C aumentano le probabilità di rottura del disco fisso entro i primi tre anni di funzionamento.