Dopo l’approvazione di ieri del nuovo Regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione da parte dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), arrivano i primi commenti a caldo.
Mentre SIAE, Confindustria Cultura ed IMAIE, istituto preposto alla tutela dei diritti degli artisti, interpreti ed esecutori di opere musicali, cinematografiche, drammatiche, letterarie e audiovisive in genere, plaudono alla normativa appena approvata dall’AGCOM, diametralmente opposto è il parere, ad esempio, degli esperti di tematiche legate ai diritti fondamentali ed alla rete Internet.
Secondo il nuovo regolamento varato dall’AGCOM, che entrerà in vigore il 31 marzo 2014, qualunque soggetto legittimato può presentare istanza all’Autorità chiedendo la rimozione dei contenuti pubblicati in Rete ledendo i suoi diritti. L’AGCOM avvierà così un processo rapido di analisi del reclamo esprimendosi entro sette giorni sulla fondatezza delle lamentele.
Sarà quindi la stessa autorità di regolazione e garanzia ad attivarsi presso i gestori del sito Internet che si sarebbe reso responsabile della violazione del diritto d’autore e, se necesario, nei confronti dell’uploader del contenuto e dei provider Internet.
Gli interessati dal provvedimento di verifica avviato dall’AGCOM avranno cinque giorni di tempo per presentare eventuali controdeduzioni.
Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, AGCOM potrà disporre la “rimozione selettiva delle opere” pubblicate in violazione degli altrui diritti o chiedere la “disabilitazione dell’accesso alle opere” stesse. Nel caso in cui le pagine fossero ospitate su server situati oltre i confini nazionali, AGCOM potrà richiedere ai provider italiani di bloccare l’accesso al sito web ogetto del provvedimento inibitorio e richiedere il reindirizzamento automatico verso una pagina web predisposta dalla stessa autorità.
La SIAE plaude al regolamento AGCOM e parla di “una misura necessaria per arginare il dilagante fenomeno della pirateria online che continua a depredare gli autori e gli editori dei contenuti creativi con gravi conseguenze economiche, sociali, culturali. (…) Una battaglia che non colpisce gli utenti finali che potranno continuare a scaricare legalmente, ma solo i grandi portali illegali“.
Per il presidente di Confindustria Cultura, Marco Polillo, la pubblicazione del regolamento per la tutela del diritto d’autore sarebbe “una vittoria epocale della cultura italiana contro i pirati e chi li sostiene, della legalità contro la criminalità organizzata, dell’Italia che lavora contro quella che fa demagogia“.
Diametralmente opposta l’analisi degli avvocati Fulvio Sarzana e Guido Scorza. Entrambi parlano della scomparsa del principio del notice and take down che è invece qualcosa di intoccabile, ad esempio, negli Stati Uniti. Secondo l’approccio “notice and take down“, chi si ritiene titolare del diritto su un contenuto avvisa l’amministratore del sito sul quale il suo contenuto è stato pubblicato senza autorizzazione alcuna. Il gestore può quindi attivarsi immediatamente per rimuoverlo di sua spontanea volontà, senza l’ordine di un giudice.
Teoricamente, il gestore della piattaforma potrebbe anche non rimuovere il contenuto segnalato ma – in questo caso – non potrebbe più beneficiare delle esenzioni di responsabilità.
“Sono rimaste tutte le sanzioni, tutti i soggetti, tutte le assurdità emerse in mesi di dibattito“, scrive Sarzana, “ed anzi i passaggi per l’armonizzazione delle procedure di “notice and take down”, che avrebbero potuto forse creare un contesto propositivo, sono stati eliminati“.
“Chiunque potrà attivare il procedimento di rimozione di un contenuto anche senza aver, preventivamente, attivato l’eventuale procedura di “notice and take down” prevista dal gestore del sito“, osserva Guido Scorza aggiungendo che l’Autorità “in caso di mancato adeguamento spontaneo alla segnalazione (…) non perderà neppure tempo ad ordinare (…) la cancellazione (dei contenuti, n.d.r.) rivolgendosi direttamente ai provider Internet con un ordine di cancellazione coatta o di disabilitazione all’accesso“.
Ciò che viene maggiormente criticato è il fatto che l’AGCOM, da fine marzo prossimo, si ergerà a giudice unico ascrivendo a se stessa tutti i poteri necessari per dirimere le questioni legate alla tutela del copyright in Rete. Aggiunge Scorza: “i giudici – quelli veri e togati – delle sezioni specializzate di proprietà intellettuale sono, di fatto, esautorati di ogni funzione almeno in relazione alla tutela dei diritti d’autore online. (…) Chi volesse impugnare gli ordini di rimozione adottati dall’Autorità, d’altra parte, dovrà imbarcarsi in un giudizio ordinario dinanzi ai giudici amministrativi“.