Google ha in programma di dare una spallata finale alle app di terze parti che permettono di registrare le chiamate su Android. A partire dal prossimo 11 maggio anche le ultime applicazioni che ancora permettevano di registrare le conversazioni telefoniche non funzioneranno più.
Il “cambio di rotta” è stato introdotto con l’aggiunta di una nuova policy nel Play Store: l’obiettivo è proprio quello di “tagliare le gambe” alle app per la registrazione delle chiamate sviluppate e pubblicate da soggetti terzi.
Fino ad oggi, infatti, le applicazioni che permettevano di registrare le chiamate Android usavano una “gabola” che consisteva nel richiamare le API di accessibilità sui dispositivi mobili. D’ora in avanti le app pubblicate sul Play Store non saranno più autorizzate a servirsi di tali API.
Lo stesso meccanismo potrà invece essere utilizzato dall’app Google Telefono e da tutti i dialer sviluppati e preinstallati dai produttori di smartphone sui loro dispositivi Android.
Come abbiamo visto nell’articolo su come registrare le chiamate Android con Google Telefono la funzionalità, disponibile anche in Italia, riproduce il messaggio vocale “Questa chiamata viene ora registrata” al momento dell’attivazione.
In realtà tale messaggio non sarebbe neppure necessario: la registrazione di una telefonata alla quale si è preso parte è ammessa come prova anche in sede legale ed è quindi uno strumento di difesa nei confronti di terzi (abusi, minacce, insulti, ricatti,…).
Secondo la giurisprudenza non è necessario avvisare l’interlocutore circa la registrazione della chiamata a patto che il registrante partecipi alla conversazione. La registrazione non deve inoltre avvenire in luoghi di privata dimora altrui.
Ciò che è espressamente vietato è ascoltare e registrare con qualsiasi mezzo le chiamate altrui: in questo caso si configurerebbe il reato di intercettazione illecita.
Facile ipotizzare che a questo punto gli sviluppatori di app come ACR Phone inizieranno a distribuirle sotto forma di file APK eventualmente scaricabili e installabili in modo manuale dagli utenti interessati. A meno che le singole applicazioni non vengano poi bloccate attraverso blacklist Google impostate ad esempio su Play Protect.
Nel corso di un webinar dedicato agli sviluppatori, Google ha confermato che la nuova misura è volta proprio a bloccare l’utilizzo di app che permettono la registrazione delle conversazioni quando l’interlocutore non è consapevole dell’azione che l’utente sta ponendo in essere.