Venerdì 20 febbraio potrebbe essere il giorno in cui verrà sancita una stretta sui costi di recesso applicati dagli operatori telefonici, dai provider Internet e dai network televisivi. Gli utenti che volessero abbandonare un operatore non dovranno più attendere obbligatoriamente la data di scadenza del contratto per non incorrere nelle penali normalmente previste ma potranno disdire in anticipo, senza dover incorrere in spese onerose.
I costi di recesso dovrebbero essere ridotti al minimo oppure scomparire completamente, nonostante le critiche piovute da molti operatori del settore.
Il cosiddetto Decreto sulla Concorrenza, che dovrebbe essere approvato venerdì prossimo, interverrà sul Decreto Bersani – attualmente in vigore – eliminando, molto probabilmente, gran parte delle clausole che lasciavano all’operatore la facoltà di addebitare dei costi variabili per le operazioni di gestione della chiusura del contratto.
Chissà però se la bozza del decreto passerà così com’è. Una cancellazione completa dei costi di recesso potrebbe apparire troppo drastica ed è verosimile che venerdì prossimo alcuni punti della normativa possano apparire ammorbiditi a vantaggio degli operatori.
I contratti, comunque, non potranno durare più di 12 mesi: non si potrà quindi più vincolare un utente, a fronte della proposta di offerte particolarmente vantaggiose, per più di un anno (oggi accade di frequente che vengano stipulati contratti di abbonamento anche per 24 o 30 mesi).
Tutto da verificare come il mercato e, soprattutto, gli operatori reagiranno alle nuove disposizioni.