Recensioni false su Tripadvisor: condannato il titolare di un'azienda che le pubblicava a pagamento

I giudici del Tribunale di Lecce condannano a 9 mesi di carcere il titolare di un'azienda pugliese che, tra i vari servizi, offriva ai clienti anche la stesura e la pubblicazione di recensioni fasulle.

Il problema delle recensioni fasulle sono una piaga per Tripadvisor così come per molti altri servizi similari. Nel 2015, dopo una prima condanna, Tripadvisor era stata scagionata da ogni accusa con i giudici del TAR del Lazio che osservarono come l’azienda non avesse indicato che tutte le recensioni potessero essere sempre considerate veritiere e attendibili: TripAdvisor, il TAR annulla la multa da 500mila euro.

Il tema torna però adesso di scottante attualità: i giudici del Tribunale di Lecce, con una sentenza storica, hanno infatti condannato il titolare di un’azienda salentina che offriva ai suoi clienti servizi a pagamento volti alla pubblicazione di recensioni false sulla piattaforma Tripadvisor.


La sentenza è importante perché rappresenta un vero e proprio unicum: è la prima volta, infatti, che un soggetto italiano subisce una condanna penale (9 mesi di reclusione) a fronte della pubblicazione di recensioni fasulle.

La vicenda è stata dettagliatamente descritta anche da Tripadvisor sul suo sito ufficiale spiegando che l’azienda è essa stessa parte lesa. Tripadvisor cita espressamente il nome dell’azienda pugliese che dal 2015 avrebbe posto in essere l’attività illecita e rivela di aver avviato delle verifiche approfondite sin dall’inizio, raccogliendo prove sulla condotta tenuta.

Dal 2005 è in vigore nell’Unione Europea la direttiva 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno. La regolamentazione vieta espressamente, ad esempio, la pratica di presentarsi come soggetti privati/consumatori nelle recensioni pubblicate online da parte di imprese o individui aventi interessi commerciali (vedere questa nota del 2015).

I giudici del Tribunale di Lecce, nella loro sentenza, hanno richiamato quanto precedentemente stabilito dalla Corte di Cassazione (sentenze n. 25774 del 2014 e 18826 del 2013) osservando che l’articolo 494 del Codice penale in materia di “sostituzione di persona” è perfettamente applicabile anche nel caso in cui venisse riscontrata la creazione di profili social o account utente al fine della pubblicazione di recensioni false, con lo scopo di trarne un indebito vantaggio.

C’è quindi la precisa volontà di reprimere tutte le pratiche illecite volte a screditare altrui soggetti e, ad esempio, a migliorare artificiosamente la reputazione di altre attività con l’obiettivo di guadagnare visibilità e trarne un indebito vantaggio, soprattutto economico. Tra i delitti contro la fede pubblica è quindi possibile ascrivere anche quelli collegati con la pubblicazione di recensioni false su Tripadvisor (e altre piattaforme similari) che mirano a ingenerare nei lettori un convincimento difforme dalla realtà dei fatti.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti