Realizzare una app per dispositivi mobili con Azure. Mobile apps, logic apps e API apps

All'interno dell'insieme App Services o Servizi app, Azure include web apps, mobile apps, logic apps e API apps.

All’interno dell’insieme App Services o Servizi app, Azure include web apps, mobile apps, logic apps e API apps.

Dal nuovo portale di Azure, non appena si fa clic su Servizi app, è possibile creare una nuova applicazione web o web app che sarà ospitata ed eseguita sulla piattaforma cloud di Microsoft.

Realizzare una app per dispositivi mobili con Azure. Mobile apps, logic apps e API apps
In che cosa differiscono web apps, mobile apps e API apps rispetto alle applicazioni web delle quali abbiamo parlato nel precedente articolo su Azure (Come eseguire un’applicazione web ASP.NET, PHP, Java o Python su Azure)?

Nelle proprietà delle web app, sotto le voci Mobile e API, si troveranno gli strumenti per realizzare mobile apps e API apps con Azure.
Le funzioni proprie di una mobile app o di una API app sono quindi disponibili anche nel caso di una web app. Ma cosa si intende, allora, con mobile app e API app e in che cosa differiscono rispetto alle applicazioni web?

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Microsoft ha sviluppato un completo stack client-server che ha come obiettivo primario quello di semplificare lo sviluppo di applicazioni per i dispositivi mobili.

Una tipica app mobile è di fatto una sorta di thin client ovvero un oggetto che per larga parte fa dipendere il suo funzionamento da un server che si occupa delle elaborazioni più impegnative. L’applicazione client poggia sull’utilizzo di alcune API per lo scambio dei dati con l’applicazione lato server, effettua un’operazione di autenticazione e, ovviamente, utilizza una minima logica lato client.

Dal momento che le operazioni più frequenti sono la memorizzazione dei dati, l’utilizzo di API e così via, Microsoft ha pensato bene di creare uno stack aggiuntivo che lo sviluppatore può adoperare utilizzando come base sempre le web apps di Azure.
In altre parole, dopo aver creato una semplice web app con Azure cliccando su Servizi app, lo sviluppatore può realizzare il backend di una mobile app usufruendo di una comodissima procedura guidata.

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Anche quei programmatori che non hanno le competenze per la creazione di un database e per il successivo lookup dei dati possono servirsi della procedura guidata proposta da Azure, ad esempio, per abilitare una connessione dati da usare in seno all’app mobile che si desidera realizzare.

Utilizzando il “wizard” Connessione dati, Azure permette di creare automaticamente l’intero stack client-server per effettuare tali operazioni.

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Supponendo di aver creato, aggiunto o comunque importato un database nello stesso gruppo di risorse della mobile app in corso di creazione (come si vede in figura, stiamo usando la base dati d’esempio AdventureWorks), utilizzando la procedura guidata si può collegarvi l’applicazione.

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Dopo aver cliccato su Connessione dati quindi su Aggiungi, gli unici passaggi consistono nel selezionare il database dal medesimo gruppo di risorse e specificare le credenziali di accesso (nome utente e password).

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Cliccando su Tabelle semplici si potrà quindi effettuare operazioni di lettura e scrittura sul database, in maniera immediata, utilizzando speciali API che non dovranno essere sviluppate dall’utente ma che sono già disponibili “gratis” sulla piattaforma Azure.

Con un clic su Need to configure Easy tables/Easy APIs, Azure mostrerà la schermata riprodotta in figura:

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Spuntando la casella I acknowledge that this will overwrite all site contents quindi premendo il pulsante Initialize app, Azure scriverà nel file system ove risiede la mobile app una vera e propria applicazione web che provvederà ad attivare tutto lo stack necessario per interagire con il database specificato e con le varie API.

Per verificare lo stato di avanzamento di ciascuna richiesta inviata ad Azure, suggeriamo di cliccare sull’icona raffigurante una piccola campana.

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A questo punto, usando il pulsante Aggiungi, è possibile inserire una “tabella semplice” che permetterà di dialogare con il database senza scrivere una singola riga di codice.

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Con un clic su Autenticazione/Autorizzazione, sarà poi possibile configurare un sistema di autenticazione da parte dei dispositivi client che si collegano all’applicazione web ossia al backend della mobile app che si sta realizzando.

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Come si vede, Azure supporta direttamente anche l’autenticazione con gli account attivati su molteplici servizi come Facebook, Google, Twitter e così via.

Grazie al “wizard” di Azure e alle componenti software che la piattaforma collega all’applicazione mobile, è possibile velocizzare drasticamente le attività di sviluppo.

Inizializzando un’applicazione web come API app, Azure si occuperà di creare il backend di un’app di esempio che si occuperà di sovrintendere la lettura e la scrittura di una lista dei contatti.

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Si tratta di un’app dimostrativa che ben evidenzia cosa è possibile fare con le API apps di Azure.
Lo sviluppatore che, usando un qualunque linguaggio di programmazione, realizza una API REST e la documenta ad esempio utilizzando Swagger (una sorta di standard de facto per la definizioni delle API REST), può inserirne la definizione in Azure cliccando su Definizione API.

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Specificando un indirizzo contenente le definizioni dell’API REST, Azure – attingendo ai metadati di Swagger e quindi alla descrizione dell’API REST – può comprendere immediatamente quali sono le operazioni da gestire.

Una volta che Azure avrà capito quali sono i servizi forniti dalla API, la piattaforma consentirà di accedervi da qualunque altra applicazione creando workflow che passino parametri alle API ed ottenendo nuovi scenari di integrazione.

L’ultima “tessera del puzzle” dei Servizi app si chiama logic apps.

Le logic apps non creano esplicitamente un sito web: si tratta di una modalità interattiva per definire dei workflow che vengono caricati sulla base di trigger (condizioni che si verificano) oppure su base programmata.

Le logic apps possono così essere sfruttate per andare a comporre speciali servizi. Chi conosce le recipes di IFTTT o i “flussi” del nuovo Microsoft Flow (Collegare servizi cloud con Flow, rivale di IFTTT) può comprendere immediatamente il funzionamento delle logic apps.

Configurando una logic app, ad esempio, si può far sì che non appena viene caricato un nuovo file su un determinato storage, venga automaticamente pubblicato un post su Facebook oppure, inviata una mail, o – ancora – copiato lo stesso file in un altro servizio di storage cloud.
Anziché scrivere autonomamente il codice per gestire l’operazione, l’interfaccia del portale di Azure permette di impostare tale workflow in maniera del tutto visuale.

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Dopo aver scelto Logic app dalla sezione Web e dispositivi mobili del pulsante Nuovo, si dovrà semplicemente assegnare un nome all’app logica in corso di creazione e, al solito, scegliere gruppo di risorse e app service plan.

Azure mostrerà quindi i “connettori” che permetteranno di automatizzare lo svolgimento del flusso di lavoro.

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