Google non è mai riuscita a sfondare nel mercato delle app per la messaggistica istantanea: tante sono le applicazioni che si sono susseguite nel corso del tempo ma mai nessuna ha raggiunto la popolarità auspicata. Solamente alcune soluzioni per la gestione di videochiamate e per la videoconferenza hanno riscosso successo (prima tra tutte Google Duo): ne abbiamo parlato nell’articolo Videoconferenza, come organizzarla con i servizi Google.
Per quanto riguarda la messaggistica in sé, Google ha più volte recentemente dichiarato di volersi concentrare sull’app Messaggi arricchendola, con il tempo, di nuove funzionalità.
L’ultimo “pallino” del colosso di Mountain View consiste nell’integrazione in Messaggi del supporto per il protocollo RCS (Rich Communication Services).
Non si tratta di un protocollo concepito da Google ma di uno standard già supportato da diversi operatori di telecomunicazioni a livello mondiale, seppur non ancora utilizzato.
RCS viene considerata come l’evoluzione degli SMS tradizionali perché combina diversi servizi gestendo anche autenticazione, autorizzazione, registrazione, tariffazione e routing.
Google ha deciso di forzare le tappe e iniziare a supportare RCS in proprio senza aspettare un comune accordo tra i vari operatori di telecomunicazioni: tra fine giugno e i primi di luglio, gli utenti francesi e britannici potranno scambiarsi comunicazioni via RCS usando Google Messaggi. Entro la fine dell’anno il servizio potrebbe arrivare anche in Italia.
Basterà che gli utenti accettino di usare RCS attraverso l’app Messaggi ed il gioco è fatto.
Con RCS gli utenti potranno ricevere conferme di invio e lettura, inviare foto e video (anche in alta risoluzione), sapere se l’interlocutore sta rispondendo, coinvolgere nella conversazione più partecipanti.
La buona notizia è che pur utilizzando uno standard nato per funzionare sulle reti di telefonia mobile, Google permetterà di inviare e ricevere messaggi RCS usando la connessione dati dell’operatore oppure il collegamento WiFi.
Inoltre, affinché gli utenti possano scambiarsi messaggi RCS – quindi ricchissimi di contenuti rispetto ai classici SMS – è indispensabile che su entrambi i terminali coinvolti nella comunicazione sia stato abilitato l’invio e la ricezione RCS.
Drew Rowny, product manager di Google Messaggi, ha spiegato che attivando RCS Chat nell’applicazione, questa effettuerà una sorta di ping verso i terminali di ciascun contatto presente in rubrica così da accertare il supporto o meno dei messaggi RCS. Non esiste un database centralizzato come accade ad esempio, nel caso di Apple iMessage.
Il problema più grosso che affligge RCS consiste nel mancato utilizzo della crittografia end-to-end: i messaggi sono crittografati ma l’intero processo è gestito da Google lato server. In generale, qualunque provider RCS, può decodificare i messaggi in transito anche se Google ha già dichiarato che si asterrà dal farlo e che qualunque comunicazione verrà cancellata una volta inviata a destinazione. Nel caso in cui il destinatario non si trovasse online, Google conserverà i dati sui suoi server fintanto che non sarà possibile consegnare i messaggi.
Quanto ai metadati che viaggiano in rete insieme con i messaggi, Google si impegna a conservarli per il tempo strettamente necessario.
Nulla vieta ai singoli operatori di telecomunicazioni di abbracciare effettivamente RCS (in quel caso le comunicazioni sarebbero tariffate a seconda del piano in uso); per adesso, però, Google ha deciso di rompere gli indugi e utilizzare uno standard universalmente approvato, ma di fatto non ancora adoperato da nessuno, per introdurre una nuova modalità di comunicazione.
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