Uno dei problemi atavici di Android è la sua frammentazione: come mostrano i dati aggiornati sulla sua diffusione sono tante, troppe, le vecchie versioni del sistema operativo ancora in circolazione. Ciò significa che gli utenti ancora oggi utilizzano smartphone e altri dispositivi mobili che non sono aggiornati e mancano delle patch di sicurezza che proteggono da vulnerabilità in alcuni casi a elevata criticità.
La sicurezza di Android passa per l’aggiornamento dei dispositivi e la regolare installazione degli aggiornamenti di sicurezza.
Google sta da tempo provando a sanare la situazione chiedendo ai produttori partner un impegno per il rilascio di aggiornamenti su base pluriennale, sta lavorando per separare le patch critiche dai normali aggiornamenti rilasciati dai singoli produttori così da gestirne la distribuzione attraverso i Play Services e ha siglato un importante accordo con Qualcomm per assicurare la distribuzione di aggiornamenti per almeno quattro anni su tutti i dispositivi basati sui SoC dell’azienda californiana.
Ciò che avviene nell’ecosistema Android è esattamente l’opposto di quanto si registra da sempre in ambito Apple iOS.
A questo proposito il primo aspetto da considerare è quanti modelli diversi di dispositivi Android offre ciascun produttore. Ogni anno, invece, Apple aggiunge solo un massimo di circa quattro iPhone al suo catalogo: il numero di dispositivi iOS che la Mela deve supportare è quindi complessivamente davvero molto contenuto. Inoltre ciascun dispositivo usa hardware le cui caratteristiche sono ben note ad Apple mentre Android è progettato per funzionare su una vastissima schiera di dispositivi che vanno da terminali ultra economici ai migliori top di gamma.
Nel caso di Android i produttori più importanti riversano sul mercato molti nuovi dispositivi ogni anno e tutti hanno bisogno di supporto dedicato. Alcuni di essi necessitano inoltre di aggiornamenti dedicati il che può anche portare a ritardi nei rilasci.
Alcuni brand danno quindi generalmente priorità ai dispositivi di punta mentre ai modelli più economici viene data poca importanza.
La maggior parte dei produttori di dispositivi Android, inoltre, usano versioni personalizzate del sistema operativo con un’interfaccia che essa stessa si discosta da quella di Google. Distribuire le nuove versioni di Android (major release) rilasciate da Google con tutte le personalizzazioni del singolo produttore è quindi sovente causa di ulteriori ritardi.
Abbiamo già detto che Google sta facendo leva sui suoi Play Services per distribuire nuove funzionalità ma le patch di sicurezza devono comunque essere installate a un livello ancora inferiore.
Ci sono però delle eccezioni: il programma Android One al quale aderiscono diversi produttori Android con alcuni loro modelli di smartphone è stato ideato per consegnare agli utenti finali un’interfaccia “stock”, identica a quella della versione ufficiale di Android a chi sceglie terminali di altre aziende.
Gli smartphone che eseguono Android One di solito offrono aggiornamenti garantiti per almeno due anni dopo il rilascio.
I produttori che aggiornano Android sui loro smartphone e non lasciano indietro gli utenti
Mentre la Commissione Europea si appresta a varare una normativa che obblighi i produttori a rilasciare aggiornamenti di sicurezza per almeno 5 anni su ogni prodotto venduto e la Germania che addirittura vorrebbe già portare questo adempimento a 7 anni, quali sono i produttori di smartphone Android che tendono a lasciare meno indietro gli utenti e i loro dispositivi?
Che Google sia in cima alla lista non è una sorpresa: per gli smartphone della linea Pixel l’azienda garantisce tre anni di aggiornamenti importanti, di solito disponibili sin dal primo giorno del rilascio.
Se invece voleste avere l’ultima versione di Android per i prossimi anni, l’acquisto di un Pixel 4a, Pixel 4a 5G o Pixel 5 è attualmente una buona scelta.
Un altro brand sempre in testa alla classifica delle aziende più attente nella distribuzione degli aggiornamenti per i dispositivi via via commercializzati è sicuramente OnePlus.
L’azienda è riuscita a portare Android 11 su tutti i dispositivi top del 2020 entro la fine dello scorso anno (OnePlus 8, 8 Pro e 8T) mentre i possessori di esemplari di gamma media, anche vecchiotti, come OnePlus Nord e OnePlus 7 hanno potuto installare Android 11 da aprile 2021.
Anche terminali come OnePlus Nord N10 5G, il Nord N100 e i vecchi OnePlus 6T e OnePlus 6 dovrebbero ricevere gli aggiornamenti ad Android 11 nel prossimo futuro.
La fusione con Oppo sembra dietro l’angolo: in ogni caso le due aziende potrebbero unire il codice alla base delle personalizzazioni di Android OxygenOS (OnePlus) e ColorOS (Oppo) per creare fondamenta più stabili e un percorso di aggiornamento più facile da gestire.
A inizio luglio 2021 OnePlus si è comunque impegnata per assicurare più anni di aggiornamenti del sistema operativo e patch di sicurezza su tutta la gamma attuale.
I telefoni di punta a partire dalla serie OnePlus 8 (compresi tutti i modelli ‘T’ e ‘R’) riceveranno tre aggiornamenti principali di Android e quattro anni di aggiornamenti di sicurezza.
Nel caso di OnePlus Nord e Nord CE sono stati promessi due importanti aggiornamenti Android e tre anni di aggiornamenti di sicurezza.
Per i più modesti Nord N è previsto un solo un aggiornamento del sistema operativo e tre anni di aggiornamenti di sicurezza.
Oppo ha recentemente ventilato la decisione di estendere il supporto mensile degli aggiornamenti di sicurezza Android alla sua ultima linea di telefoni di punta, la serie Find X3. Il supporto sarebbe quindi portato da due a tre anni dal rilascio sul mercato.
Inoltre la società afferma che sta valutando di estendere a quattro anni il supporto su una gamma più ampia di dispositivi. Al momento non è dato sapere quali sono i dispositivi eventualmente interessati dall’operazione.
Fino a poco tempo fa Samsung era una delle aziende che lasciavano indietro i suoi dispositivi dopo averli immessi sul mercato. Non erano tante le realtà a fare peggio del colosso sudcoreano.
Con una mossa sorprendente del febbraio 2021, l’azienda ha promesso di offrire quattro anni di aggiornamenti di sicurezza Android ai dispositivi che ha lanciato dal 2019 in poi indipendentemente dalla posizione di mercato (serie Galaxy S, serie A, serie M e così via).
Ciò si aggiungere alla promessa di Samsung di offrire tre anni di aggiornamenti del sistema operativo a numerosi dispositivi della serie S, Note e anche A, a partire da modelli quali il Galaxy A51 del 2020 e il Galaxy A90 5G del 2019.
Mentre gli aggiornamenti di sicurezza arrivano su base mensile o trimestrale rimane la domanda su quanto velocemente gli aggiornamenti di Android raggiungeranno effettivamente i dispositivi supportati.
Sebbene la cinese Vivo sia ancora indietro rispetto ad altre più note conterranee (si pensi a Xiaomi) in termini di quote di mercato, la società ha confermato all’inizio di maggio 2021 che gli smartphone di punta della serie X che verranno lanciati dopo luglio potranno contare su almeno tre anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e sugli aggiornamenti di sicurezza.
Xiaomi, che in Europa ha superato anche Samsung per numero di terminali venduti, a inizio settembre 2021 si è impegnata a tre anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e quattro anni di aggiornamenti di sicurezza per i suoi smartphone della serie Mi 11T (Mi 11T e 11T Pro).
Non sono stati ancora forniti dettagli aggiuntivi ma Xiaomi ha comunque sottolineato la volontà di estendere il supporto a un numero più ampio di dispositivi Android nel prossimo futuro.
La Nokia di oggi non è più la potenza che era in epoca “pre-smartphone” e ha scontato gli errori che sono stati commessi a seguito dell’accordo con Microsoft, rilevatosi poi assolutamente disastroso.
Il brand Nokia è attualmente gestito, sulla base di un accordo di licenza, dalla finlandese HMD Global e sono comunque diversi i dispositivi che la società offre per diverse fasce di prezzo, praticamente tutti con Android One. La scelta significa che Nokia assicura sempre almeno due anni di aggiornamenti principali con i tempi di distribuzione agli utenti che sono molto vicini a quelli di Google.
I modelli di smartphone Nokia 8.3 5G, 8.1, 4.2, 2.3 e 2.2 hanno tutti ricevuto l’aggiornamento ad Android 11 con i modelli 7.2, 6.2, 5.3, 3.4, 2.4, 1.3 e 1 Plus ancora in attesa di ottenerlo.
Infine LG: nonostante l’azienda abbia deciso di chiudere la sua divisione mobile dopo l’attività iniziata addirittura nel 1996 con i primi cellulari, ha comunque promesso di fornire almeno tre anni di aggiornamenti del sistema operativo Android e patch di sicurezza per un certo numero dei suoi dispositivi chiave, a partire da quelli lanciati nel 2019.
Una menzione speciale va a FairPhone, prodotto che vuole essere un telefono modulare di lunga durata rispettoso dell’ambiente e soprattutto sostenibile. In questo caso vengono offerti 5 anni di aggiornamenti software.
Per calcolare il momento da cui parte il supporto ufficiale per un dispositivo Android da parte del produttore si può fare una ricerca del modello di device sul Phone Finder quindi controllare quanto in corrispondenza delle righe Announced/Status.